L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Richiamare anche solo per un attimo la figura di Boris Vian (1920-1959) significa alludere alla lista di un autore poligrafo che non ha eguali se non in Alfred Jarry, che fu il suo mito giovanile di "patafisico" ad honorem, e in Raymond Queneau, che fu invece suo maestro di plurilinguismo nonché padrino editoriale. Anche in Italia, gli alti e bassi della sua ricezione corrispondono infatti al moto centrifugo di una bibliografia in cui è possibile trovare di tutto: poesie, racconti, romanzi (indimenticabile, La schiuma dei giorni), pagine di fantascienza e di critica musicale (amico di Miles Davis, Vian suonava la cornetta nelle cantine esistenzialiste di Saint-Germain-des-Prés), trattamenti cinematografici e testi di canzoni per la sua amica Juliette Greco, gialli reinventati sulle tracce di Hammett e Chandler come il celeberrimo Sputerò sulle vostre tombe, uscito nel '46 con la firma pseudonima di Vernon Sullivan.
Né potevano mancare, recuperati al margine, alcuni testi inediti e/o clandestini riuniti con il titolo ammiccante di Scritti pornografici. Sono in tutto cinque poesie di vena goliardica, più il racconto parodistico dove un Dracula sadomaso diviene "Drencula" e la conferenza del '48, che apre la plaquette, intitolata Utilità di una letteratura erotica. Accettabile è la versione dei testi, utile la bibliografia italiana in appendice, ma il libretto risulta nel complesso una mezza delusione, tanto più in assenza sia di una nota introduttiva sia di precise notizie circa la provenienza e i criteri di selezione delle pagine antologizzate. Le quali sono troppo poche e troppo occasionali per restituire un'immagine che non sia quella di chi improvvisa e scrive certe cose nelle ore perse: delle cinque poesie che si vorrebbero scandalose nessuna, per esempio, ha minimamente la forza dei versi antimilitaristi (vedi Il disertore) che Vian avrebbe scritto di lì a pochi mesi. Molto più riconoscibile lo scrittore appare in taluni passaggi della conferenza, dove arriva anzi a introdurre una dichiarazione di poetica: "Sì, i veri propagandisti dell'ordine nuovo, i veri apostoli della rivoluzione futura, futura e dialettica, come è ovvio, sono i cosiddetti autori licenziosi. Leggere libri erotici, diffonderli, scriverli, significa preparare il mondo di domani e segnare la strada della vera rivoluzione".
Vian sa benissimo che pornografia, di fatto, vuol dire invadenza e sovraesposizione e perciò, sentendosi leggero come solo può esserlo un adepto della religione di Jarry, detesta l'osceno così come disprezza, ritenendola funebre e illeggibile, l'opera di Sade o la psicopatologia sessuale squadernata da Krafft-Ebing; semmai, si richiama ai Patafisici e ai loro antenati, i libertini settecenteschi, le principesse emancipate e sboccate, gli anonimi e pseudonimi della letteratura di colportage: è lì che, proiettandosi, innesca il suo genio volatile ed è lì che apprende a riconoscere la sua vera utopia: a breve, chiunque saprà che si tratta dell'immaginazione al potere. Massimo Raffaeli
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore