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Si dice spesso che i libri siano la medicina dell'anima e della mente. Come una medicina, Scomparire mette in guardia il lettore con un singolare e curioso bugiardino intitolato "Prima della lettura". Vere e proprie istruzioni per l'uso di questo libro che si fa spazio nella letteratura del terzo millennio, dominato dagli stili della scrittura 2.0. Scomparire è un'opera narrativa corale i cui personaggi, legati casualmente al protagonista principale, l'obeso, raccontano in prima persona le proprie vicende alternando manifestazioni nichiliste (depressione, disperazione, mania suicida etc.) e riflessioni filosofiche (su vita, morte, amore, lavoro etc.). Un espediente letterario che consente al lettore di identificarle con amici, parenti, conoscenti, colleghi di lavoro e con sé stessi. Una realtà sociale che, seppure di finzione, imita il vivere quotidiano di ciascuno di noi. Diversi tra loro ma uniti da un filo conduttore, "L'umiliazione e la tristezza più grande è quella di non esserci, che la gente intorno a te non ti calcoli, come se tu fossi un filo d'aria che passa senza lasciare traccia" (p. 32). Il lavoro di redazione e la solitudine sono gli spazi entro i quali prendono forma le riflessioni autodistruttive del protagonista: "Ero annoiato dal ripetersi della vita" (p. 55) e il pensiero del suicidio diventa sempre più ossessivo "Solo perché non ero un uomo copertina" (p. 32).Il lavoro di redazione e la solitudine sono gli spazi entro i quali prendono forma le riflessioni autodistruttive del protagonista: "Ero annoiato dal ripetersi della vita" (p. 55) e il pensiero del suicidio diventa sempre più ossessivo "Solo perché non ero un uomo copertina" (p. 32). Marinaccio dimostra di saper raccontare storie con un linguaggio fluido e appassionato, intriso di ironia e di autocritica, con riferimenti alla mitologia classica e al sentimento panico della natura a cui è affidato anche un finale sorprendente e niente affatto scontato.
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