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scheda di Realfonzo, R., L'Indice 1994, n. 3
Fortuna ha voluto che la riflessione sul capitalismo della prima metà del secolo abbia visto il contributo di Joseph Alois Schumpeter. Per chi avesse qualche dubbio sul debito che la cultura contemporanea ha - o dovrebbe avere - verso lo studioso austriaco rimandiamo al libro di De Vecchi. Nel volume l'autore si occupa di uno Schumpeter a tutto tondo andando oltre i limiti di un'analisi sul solo contributo storico o economico o sociologico. Gli scritti esaminati sono quelli del periodo 1905-27: anni in cui Schumpeter, influenzato dal clima culturale viennese di insoddisfazione per le conoscenze date e di ricerca del nuovo, vede il suo vero periodo creativo. Il filo della ricostruzione di De Vecchi si svolge lungo il tentativo di mostrare come questo "spirito viennese" intendesse spiegare i singoli fenomeni economici e sociali riconducendoli a "un quadro teorico unitario". Il libro si compone di tre parti. Nella prima, dedicata a "Riproduzione del capitale e cambiamento produttivo", l'autore comincia con il ricordare la definizione schumpeteriana di capitalismo come sistema in continuo mutamento. Qui, al di là degli aspetti più noti della teoria economica di Schumpeter, l'analisi di De Vecchi si fa particolarmente apprezzare con riferimento ai seguenti aspetti: il ruolo delle istituzioni nel processo di sviluppo; la questione dell'irrilevanza dell'analisi diacronica delle stesse per la comprensione della loro funzione logica all'interno di un sistema economico storicamente determinato; il rifiuto schumpeteriano di un'analisi non immediatamente sociale e non endogena del ruolo dell'imprenditore; lo studio del ruolo del credito con le connesse questioni dei limiti alla creazione bancaria dei mezzi di pagamento e dell'irrilevanza del risparmio finanziario. La seconda parte del libro è dedicata al tema "Moneta e Stato fiscale". Qui De Vecchi sottolinea il ruolo della moneta "come attestato di partecipazione alla produzione emesso da un organo di contabilità sociale" ed esamina gli interventi di Schumpeter sui contributi di Knapp, sulla questione della validità (accettabilità) della moneta e sul valore della moneta. Successivamente, viene ricordata l'analisi schumpeteriana dello Stato e il suo programma per evitare il crollo dello Stato fiscale austriaco - contro l'avvento di un regime autoritario - fondato su risanamento del deficit e ripresa del processo produttivo mediante il "reperimento di fonti esterne di credito". Nella terza parte del libro si affrontano i temi dei redditi capitalistici e del socialismo. Anche qui la ricognizione di De Vecchi svela a fondo i caratteri della riflessione di Schumpeter e i punti di contatto con Marx. Nella visione di Schumpeter, con il passaggio dalla fase concorrenziale al capitalismo organizzato, il socialismo diviene sempre più possibile ancorché mai necessario; da qui il ruolo della socializzazione. Chiude il libro un interessante apparato di appendici su singoli aspetti.
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