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La scrittura, come le altre forme d’arte - pittura, scultura, musica - è spesso opera tanto dell’autore quanto del committente la cui influenza è a volte fondamentale per la realizzazione dell’opera stessa, ma cosa accade quando l’opera, in questo caso scritta, non è destinata ad essere esaminata né da un editore né da un eventuale pubblico? Cosa accade quando l’opera ha una vita così effimera da non essere destinata nemmeno all’autore stesso, che da subito la cestina senza salvarne copia, andando quindi oltre la mera scrittura per sé stessi? Questo è, a mio avviso, il tema principale, e originale, dell’intrigante romanzo di Faciolince scritto in prima persona da un giornalista coinquilino di un ex scrittore, noto (poco) per un solo romanzo pubblicato decenni prima, peraltro stroncato dalla critica, oltre a un’opera successiva talmente rara da indurre a dubitarne dell’esistenza. Lo scrittore, in pieno viale del tramonto, scrive a ruota libera, e cestina, il vicino a suo insaputa intercetta. Ma la trama non è così semplice perché l’ex scrittore mischia le carte, finzione e realtà (e quale realtà?) vanno a braccetto. Non resta che unirsi, o mettersi nei panni, del curioso vicino e – nel contesto di una Medellin afflitta da una violenza tanto assurda quanto continua, come un sottofondo e come sottofondo al quale si finisce comunque per abituarsi - assieme a lui scrutare dal buco della serratura, ossessionatamente.
Héctor Abad Faciolince non è uno scrittore molto conosciuto, ed è un peccato. Questo libro è intrigante e possiede la forza e la fantasia della letteratura sudamericana; un uomo viene a conoscenza dell'esistenza di uno scrittore all'interno del suo condominio, scoprendo i suoi scritti (o scarti) nella spazzatura. Inizia così a seguirne la vicenda umana, leggendola attraverso ciò che lui scrive e butta, insoddisfatto. Ironico, poetico e malinconico, a tratti surreale.
Molteplici i riverberi e le matrioska contenuti in questo piccolo gioiello della letteratura sudamericana: protagonista è in primis la "mania" della letteratura, quel dire ciò che si sa in modi sempre nuovi, quel parlare della vita e delle storie delle persone... senza mai effettivamente comprendere a fondo né le une né le altre. Faciolince ha un tocco leggero, a tratti ironico, sempre attento a non avanzare pretese declamatorie su ciò che si va scoprendo del suo indimenticabile personaggio, che dice tanto anche del suo autore. Libro consigliatissimo.
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