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Anno edizione: 2009
Anno edizione: 2011
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"Viaggi del tempo immobile" è un libro BELLISSIMO: storie abbastanza brevi: poche pagine raccontano storie bellissime e poetiche. Questo romanzo dovrebbe essere una sorta di sequel: il protagonista (che è quello che racconta e quindi lega le diverse storie fra loro) è anche qui Teliqalipukt ma le storie e i racconti sono lunghissimi e abbastanza noiosi (l'unico carino è quello su JFK). Per il resto concordo con l'altra recensione: l'autore è troppo compiaciuto e la scrittura sembra forzatamente poetica. Io sono una fan di Vecchioni ma questo libro mi ha deluso.
Si presentano come “le storie ribelli di chi vuole essere altro da sé”. Vecchioni non è un narratore, non ci riesce. Procede per immagini, per pennellate, si contorce in questo confronto con l’altissimo, trasferendo sulle pagine quello che rappresenta per lui il dialogo di una vita, questa conversazione infinita con l’Altro. C’è Dio, in piena crisi esistenziale, che parla con il suo fidato Teliqalipukt: “Raccontami gli uomini”, gli chiede. E sono racconti di personaggi noti che scelgono un’altra via, “un’altra linea della vita sulla mano”, che danno scacco a Dio: Kennedy che, avvertito dell’attentato, si rifugia in Islanda; un finto Francesco alla corte di Federico II, Oscar Wilde che fugge dal carcere e vive sotto falso nome in Francia….L’angelo cantastorie racconta. E tu pensi che più che una raccolta di racconti, sembra di leggere una compilation. Forse è il disco che Vecchioni non ha avuto tempo o voglia di comporre, “Scacco a Dio”. Peccato, sarebbe stato un bell’album. Vecchioni, purtroppo, narratore non è. Troppo compiacimento di sé quando scrive, troppe verità rivelate. Gli manca un po’ di imparzialità, di lucidità. D’altronde lui è l’angelo, il dialogo è il suo. E la storia continua.
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