In questo libro è descritta una comunità ebraica diversa dalle altre, perché nuova. Non si può proprio dire che gli anni del fascismo fossero i più adatti al sorgere di una nuova comunità, eppure la storia di Sanremo, narrata da Paolo Veziano, dimostra quali sforzi siano possibili anche sull'orlo del nulla. L'autore inserisce nella sua narrazione alcune variabili importanti, che aiutano a leggere il libro in una prospettiva di lunga durata: la storia degli ebrei "stranieri", contro i quali vi fu da parte del regime un vero e proprio accanimento legislativo, che molto dovrebbe farci riflettere, come scrive Alberto Cavaglion nella prefazione. "Se mettessimo quell'accanimento a confronto con altre politiche verso gli "stranieri", non necessariamente legate all'antisemitismo, non ci accorgeremmo che, in Italia, il pregiudizio contro il diverso viene sempre a colorarsi di xenofobia più che di ogni altra forma di odio razziale?". Il volume non trascura di valutare anche la presenza di alcun figure molto rappresentative, come Walter Benjamin e Serge Voronoff. Del soggiorno di Benjamin a Sanremo e dell'importanza che ebbe la pensione gestita dalla ex-moglie, discute Giulio Schiavoni. Del ruolo essenziale che ebbe per la comunità sanremese lo scienziato russo Serge Voronoff, trasferitosi a Grimaldi nel 1925, è fornita infine una ricca e inedita documentazione.)
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