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Libro molto ben organizzato, caratterizzato da grande sinergia delle diverse tematiche trattate che spaziano dalla storia al sentimento amoroso, dalla politica alla religiosità di una città come quella di Monteroni, la quale non solo subisce la vicenda locale della industrializzazione a sfavore dei piccoli imprenditori locali, ma anche avverte e partecipa alla rivolta dei contadini nella presa dell'Arneo. A condurre il lettore nei meandri della trama storica, vi è una vicenda amorosa che coinvolge il cuore e fà si che funga da cornice a tutte le vicende interne alla storia. Consigliato vivamente.
Davvero un buon esordio letterario per un autore che, a dispetto dei suoi venticinque anni, dimostra fin dalle prime pagine una grande abilità nel condurre il lettore all'interno del "suo" Salento, evocato attraverso immagini, odori, sensazioni...Quasi come un regista cinematografico che con la macchina da presa riesce ad essere dio del suo mondo, l'autore si sposta con grande naturalezza da un luogo all'altro, da una situazione all'altra ora con degli efficaci "primi piani", capaci di indagare l'aspetto fisico e psicologico dei personaggi, ora con dei piacevoli "campi lunghi" che fissano ogni vita raccontata in un contesto ben preciso e delineato sia nel tempo che nello spazio: il Salento degli anni '50. E se è vero che vi sono delle incongruenze rispetto alla verità storica, è altrettanto vero che tali incongruenze sono assolutamente marginali e, comunque, funzionali alla rappresentazione di uno scenario che, per la nostalgia e la delicatezza con cui è raccontato, risulta molto simile (giusto per rimanere nell'ambito del parallelismo con il cinema) alla Sicilia raccontata da Giuseppe Tornatore in "Nuovo Cinema Paradiso" e "Baaria". Oltre a riprendere una tipica imprecazione salentina, il titolo individua anche i temi principali intorno ai quali si svolge la narrazione: il "sangue", inteso come linfa vitale, contenente la storia di ogni personaggio che si fa storia di un territorio, e il "nemico", rappresentato da un lato dalla povertà che porta i contadini a lottare, in quella che fu la "Rivolta dell'Arneo" contro i residui di un sistema feudale (l'altro, reale, nemico) all'epoca ancora persistente, e dall'altro il becero sfruttamento per scopi personali degli effetti della modernità che timidamente, nel dopoguerra, cominciava ad affacciarsi. In definitiva: davvero una piacevole sorpesa...lettura assolutamente consigliata!
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