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Anno edizione: 2021
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Il romanzo è centrato sulla vita e le imprese di Juan Gallardo, celebre torero, protagonista principale. Da piccolo, a 14 anni, impara a giostrare con tori in sperdute arene periferiche. Notato da un imprenditore, è portato in arene più importanti fino a scendere nella Plaza de Toros di Madrid, la più celebre della Spagna. Qui si distingue ed è acclamato come nuovo toreador in grado di primeggiare su ogni altro. La madre Angustias (sic!) lo ha aiutato e protetto nelle circostanze più difficili della sua vita, ma teme per lui e si dispera ogni volta che scende in arena. Sposa Carmen, con cui però non riesce ad avere figli, cruccio per entrambi. Altro protagonista principale del racconto è proprio la corrida, che è rappresentata in ogni suo aspetto, come la preparazione del torero, la sua vestizione, l’ingresso nell’arena, il pubblico che osanna e critica, il momento dello scontro col toro, i saluti degli ammiratori. E’ una vita dura, in cui solo i toreri più coraggiosi, che sfiorano la morte in ogni scontro, sono ammirati e applauditi dal pubblico, che segretamente sogna solo scontri mortali. La descrizione degli spettacoli nelle arene, dei vestiti decorati e ricchi dei toreri, gli stessi massacri dei tori e dei poveri cavalli dei picadores che spesso, incornati dai tori, escono di scena sbudellati, è una delle parti più accurate del romanzo, in cui si vede che Blasco-Ibañez è un profondo conoscitore della materia e sa renderla con maestria. Altro personaggio secondario è Plumitas, un bandito così chiamato perché da piccolo strappava le penne alle galline per poterle usare per scrivere. E’ probabile che Hemingway abbia letto questo romanzo, che lo ha convinto a partecipare a diversi spettacoli. A Pamplona, in un bar, c’è una sua statua life-size, a ricordo di quando partecipava come spettatore all’encierro per la festa di San Firmino. Qui vi è pure un monumento che descrive un momento della corsa dell’encierro, con tori scatenati che travolgono gli spettatori.
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