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Tra gli studi del filosofo e storico della religione classica Hermann Usener, che sono stati oggetto di recenti lavori, quello pubblicato da Ilaria Sforza vuole rivalutare l'ultimo, San Ticone, già pubblicato postumo nel 1907. San Ticone, vescovo di Cipro del IV secolo e avversario dei culti pagani, è messo in collegamento dallo studioso tedesco con una divinità pagana minore dal carattere agreste e legata alla fertilità. L'interpretazione, audace per il panorama culturale degli inizi del Novecento, fa emergere gli aspetti folkloristici del culto cristiano legato a un santo entro un'ipotesi di continuità di pratiche che deve essere letta alla luce della ricerca più generale di una continuità espressiva tra paganesimo e cristianesimo. Essa costituì uno dei filoni conduttori delle indagini di Usener: l'ipotesi di partenza, al tempo non scontata e, in effetti, non accolta pacificamente dagli ambienti culturali, era che il cristianesimo fosse andato affermandosi progressivamente, mantenendo reminiscenze e sopravvivenze pagane. Il rigore filologico, la profondità di analisi dei testi, l'abilità a orientarsi tra fonti scritte letterarie e documentarie, l'archeologia e l'osservazione diretta della prassi liturgica, l'acutezza della ricerca linguistica, letteraria e storico-religiosa rendono l'opera di Usener un modello di indagine valido ancora oggi. L'inquadramento fornito dall'introduzione, breve ma ricca di particolari, è fondamentale per avere informazioni relative alla genesi dell'opera, al suo posizionamento all'interno della biografia dell'autore e al dibattito accademico del tempo, molto acceso per quanto concerneva sia i contenuti (gli studi sul cristianesimo, sulla santità, sui martiri), sia i metodi (la scuola comparatista e quella antropologica). Usener apriva la strada, cent'anni fa, agli studi sul mito e sul rito, sulla magia e la religione, ripresi successivamente da parte della Religionsgeschichtliche Schule: la sua figura, superando le critiche aspre degli studiosi contemporanei, sarebbe stata presto riabilitata, come si evince dagli ultimi paragrafi dell'introduzione. Mariachiara Giorda
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