L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
Promo attive (0)
Un libro che illumina una pagina sconosciuta della storia.
«Morera, mi raccomando: bisogna fare non il possibile, ma l’impossibile per salvare il fiore della nostra generazione, cioè gli internati. Occorre impedire che quei 700.000 ragazzi tornino a casa morti o malati com’è successo finora che sono rientrati tutti tubercolotici. Non dobbiamo rovinare il futuro del nostro paese»
Il 15 luglio del ’44 Mussolini parte per incontrare il Führer a Rastenburg. È l’ultimo incontro nella Tana del Lupo, il quartier generale nazista nella Prussia orientale. Dopo aver attraversato la Germania devastata dalla guerra, il 20 luglio, allo snodo ferroviario di Görlitz, il convoglio viene fermato, i finestrini chiusi e oscurati. Mussolini e Morera, il capo della missione militare della Repubblica Sociale a Berlino, ancora ignari del fallito attentato alla vita del Führer avvenuto alle 12.42 nella sala riunione di Rastenburg, si ritrovano da soli nello scompartimento. Il Duce, il volto sofferente, segnato da una profonda amarezza, dice a Morera che l’unico compito della missione militare a Berlino è salvare i settecentomila italiani internati in Germania, che avendo opposto, per la quasi totalità, un netto rifiuto alla richiesta di aderire alla Repubblica Sociale, erano ammassati in campi desolati e sottoposti a una vita di stenti e soprusi. Un’affermazione sorprendente da parte del capo del fascismo, che soltanto qualche anno prima aveva preteso qualche migliaio di morti per sedersi al tavolo della pace. Il compito, tuttavia, viene eseguito alla lettera dal pugno di ufficiali e diplomatici presenti a Berlino: il generale Morera, innanzi tutto, il tenente colonnello Viappiani, il giovanissimo consigliere d’ambasciata Bettoni, il direttore del SAI, il Servizio Assistenza Internati, Foppiani, tutti rappresentanti del fascismo in terra tedesca che non esitano a sfidare la Gestapo. Da Bettoni, che indossa la divisa da tenente delle SS per strappare ai nazisti alcuni italiani condannati a morte, al console Giretti, che nasconde per venti mesi una coppia di coniugi ebrei, nella Berlino del 1944 si gioca ogni giorno una rischiosissima partita nel nome della comune origine, al di là delle feroci contrapposizioni ideologiche. Fino all’ordine finale di Mussolini: non un italiano deve morire per difendere Berlino. Basandosi sulle testimonianze di Renzo Morera, figlio del generale Morera, e di Prisca Bettoni, figlia dell’allora consigliere d’ambasciata, Alfio Caruso illumina un’importante pagina della storia facendola riaffiorare dall’oblio, oltre a mostrare la natura conflittuale del sodalizio tra Mussolini e Hitler.Indice
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore