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"Per descrivere un Salon a mio e a vostro piacimento, sapete, amico mio, cosa bisognerebbe avere? Tutti i tipi di gusto, un cuore sensibile a tutte le attrattive, un animo soggetto a un'infinità di entusiasmi differenti, una varietà di stile che corrispondesse alla varietà dei pennelli; poter essere grande e voluttuoso con Deshays, semplice e vero con Chardin, delicato con Vien, patetico con Deshays, produrre tutte le illusioni possibili con Vernet. E ditemi, dov'è un tale Vertumno? Bisognerebbe forse andare fino alle rive del lago Lemano per trovarlo. Se almeno si avesse davanti il quadro di cui si scrive; ma è lontano e mentre con la testa appoggiata alle mani o con gli occhi persi nel vuoto se ne ricerca la composizione, la mente si stanca e non si tracciano altro che linee insipide e fredde. ma io sarò libero di fare del mio meglio e di ripetervi la mia vecchia solfa: Si quid novisti rectius istis. Candidus imperti: si non, his utere" - Salon 1963, Al mio amico Signor Grim, pp. 99-101
Per la prima volta in Italia l'edizione critica completa, a cura di Maddalena Mazzocut-Mis, dei Salons che Denis Diderot compose fra il 1759 e il 1781 con cadenza biennale, con l'eccezione degli anni 1773, 1777 e 1779. A completamento del volume anche l'edizione, curata da Massimo Modica, dei "Saggi sulla pittura" e dei "Pensieri sparsi sulla pittura, la scultura, l'architettura e la poesia, per continuare i «Salons»", che Diderot scrisse nel 1766 e nel 1777. Il volume rappresenta uno strumento per la conoscenza dell'opera di Diderot, della storia del pensiero illuminista e della storia dell'arte e della critica d'arte e anche una chiave di lettura per una comprensione più consapevole del presente, a partire proprio dalla rilevanza che la cultura delle immagini ha nella nostra società.L'articolo è stato aggiunto al carrello
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