"Oscar Wilde fu essenzialmente un abile, elegante e perfino geniale divulgatore. E tale si dimostra anche nel caso del suo unico scritto in francese, lo strano testo teatrale intitolato 'Salomé', dove in certo senso si dice una parola definitiva su questo personaggio tanto centrale per la sensibilità della cosiddetta decadenza. Centrale perché? Perché Salomè [...] è l'ultima incarnazione del mito romantico della donna fatale, corrotta e innocente al tempo stesso, irresistibile e distruttrice; un mito che si incarna di volta in volta nella 'Belle Dame Sans Merci' di Keats, nella 'Carmen' di Mérimée, nella Monna Lisa di Leonardo descritta da Walter Pater. In 'Salomè' questa femme fatale assume i connotati estremi nel segno della decadenza: estrema è la crudeltà (e allo stesso tempo, l'innocenza); estrema è la giovinezza (già nel medioevo Salomè viene rappresentata come poco più di una bambina); estrema è la carica sacrilega del mito; ed estrema è la componente erotica (la danza discinta, il sangue). Questi sono i dati comuni a tutte le versioni tardoromantiche e decadenti, delle quali a Wilde sarebbe toccato di offrire la sintesi definitiva." (dallo scritto di Masolino D'Amico))
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