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Di argomento si rappresenta filosoficamente Soggetto, psicologicamente si descrive Oggetto, terapeuticamente si mostra Verbo; e si individua il dramma interiore ove il distacco tra sacralità dei sentimenti ed ovvietà delle intuizioni apre la possibilità delle intellezioni false e dei sentimenti inautentici, che doppiano il vero rapporto col Mistero. Non soltanto cultura della filosofia né sola letteratura scientifica né solamente scrittura di un metodo, essendone l'Occidente destinatario principale e l'Oriente il mittente o il retaggio; e duplicità che è fatta anche del Vuoto oltre che della Pienezza. Nel dramma la concentrazione della preghiera non è possibile tantoché la utilità ne viene sostituita dalla inanità della dispersione, ovvero psicologica dispersività; e questo allontana dalla realizzazione mentale, dissipa energie. La religione naturale negata ha per fatale effetto un errore di percorso esistenziale, con la eventualità od evenienza di analoga tragedia se anche e per arbitrio condizionamento od autocondizionamento eguali, irreligiosi od areligiosi che fossero o pseudoreligiosi. Questa ultima è la eventualità scongiurata dalla saggezza orientale (non significa da o di Oriente né altrimenti)... e ciò non è l'unico degli insegnamenti psicologici che C.G. Jung ha fatto ancòra vivere ed a cui introduce con questa mirabile Opera, ove il tema della spiritualità fa da premessa a tematica anche religiosa, secondaria e non trascurabile, che converge-diverge da specificazioni importanti: la individuazione del Cristo quale Idea (non persona), del Buddha quale Conoscenza (non fede), dello Zarathustra quale Morale (negativa), nella identificazione dei paralleli psicodrammi collettivi e singoli. MAURO PASTORE
E' una raccolta di scritti sui testi sacri della tradizione orientale,che a me è piaciuta molto.Jung non tradisce se stesso,quando afferma che"l'essere psichico è l'unica categoria dell'essere di cui abbiamo conoscenza diretta",cosa che raramente l'Occidente ha riconosciuto,salvo poche eccezioni,quale Schopenhauer,credo riferito al suo concetto del mondo come rappresentazione.Tantissimi spunti di riflessione,la top-frase che segnalo è: "contrariamente alla parola di Cristo,i fedeli tentano di rimanere fanciulli anziché diventare come i fanciulli", da un grande,grandissimo pensatore.
Negli ultimi trent'anni della sua vita Jung ha concentrato la sua attenzione sull'osservazione psicologica dei fenomeni religiosi. Nella sua concezione, i dati religiosi devono essere studiati come l'espressione simbolica dell'aspetto globale della personalità umana, di quel "Sé" che si pone quale sintesi degli opposti (luce e ombra, bene e male) presenti nella psiche. È religiosa, afferma Jung, ogni esperienza di pienezza e di totalità che "afferri" l'individuo per farlo procedere lungo il tragitto dell'individuazione". In questo cammino spirituale le religioni orientali si rivelano maestre nel guidare verso un "processo d'iniziazione", vale a dire di "liberazione da un precedente stato di tenebra e di inconsapevolezza". In questa raccolta di scritti scelti e presentati da Luigi Aurigemma, Jung si misura con i testi sacri della tradizione buddhistica e confuciana, e con le pratiche yoga e zen. Nell'evidenziare le singolari affinità tra le simbologie religiose dell'Oriente e le produzioni psicologiche (sogni, visioni, creazioni artistiche) dell'uomo occidentale, Jung non si allontana mai da un profondo senso di concretezza storica, mettendo in guardia il lettore, come ricorda Aurigemma, da "ogni imitazione semplificatrice e scimmiottatura orientalizzante, quale che ne sia la motivazione".
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