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Anno edizione: 2022
In un tempo fuori dal tempo, tra carovane e soste, silenzi e animate conversazioni, riviviamo in queste pagine la vita di un popolo fiero e generoso, religioso e violento, fatalista e solidale: una vita aspra e affascinante che, una volta conosciuta, non concede a «nessun uomo di restare lo stesso».
«Wilfred Thesiger narra magnificamente» – The Observer
«Un classico della letteratura di viaggio, scritto in un linguaggio volutamente caricato di risonanze epiche» – la Repubblica
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Wilfred Thesiger, viaggiatore, avventuriero, antropologo-suo-malgrado, curioso ha incarnato, dandogli vita, ciò che ogni viaggiatore ha dentro, nell'anima e nelle viscere: l'indomita necessità di fare ancora un passo, e poi un altro ancora. Perché nessun cammino sarà mai abbastanza lungo. […] Nel mio intimo sapevo che scrivere o perfino parlare dei miei viaggi significava sminuirne la portata. Volevo trovare la pace nell’asprezza dei viaggi nel deserto e nella compagnia della gente che lo frequentava. […] Oltre a un immenso coraggio, dalla sua ha avuto la possibilità di conoscere popoli e luoghi che a quel tempo erano ancora davvero inesplorati e sconosciuti. Nei suoi romanzi e in Sabbie Arabe in particolare l’uomo è costretto a confrontarsi con sé stesso attraverso l’esplorazione di territori che, all'apparenza, non sono stati creati per ospitare o accogliere la vita. Inglese, bianco e quindi privilegiato, Thesiger ha saputo guardare al mondo con una lucidità invidiabile, staccandosi dal proprio retroterra culturale ed evitando di usarlo come filtro. I suoi racconti di viaggio sono infatti tra i più autentici e sinceri, crudi e poetici che siano mai scritti. È capace di attribuire alla sua "razza" errori uguali o peggiori di quelli che ravvisa nei "selvaggi ma nobili" bedu. […] Ma sapevo che per me la prova più difficile sarebbe stata di vivere in armonia con loro, senza lasciarmi prendere dall’impazienza o chiudermi in me stesso o, ancora, senza avanzare critiche a sistemi e modi di vita diversi dai miei. […] Come ogni viaggiatore degno di questo nome, Thesiger sa che il suo passaggio e quello della civiltà occidentale avrà, nel bene e nel male, delle conseguenze per i popoli con cui è entrato in contatto. […] In ogni modo, io avversavo tutte le compagnie petrolifere, paventando i cambiamenti e la disintegrazione della società che esse inevitabilmente producono. […]
Thesiger e' uno dei piu' famosi "eccentrici esploratori" britannici, forse l'ultimo di questa particolarissima genia di uomini decisamente fuori dagli schemi. La sua passione per il deserto e per gli uomini che lo abitano e' talmente evidente e coinvolgente che dopo poche pagine non ci si riesce piu' a staccare dall'ambiente unico e micidiale in cui si viene trasportati. SI apprezzano in particolare non tanto le descrizioni naturalistiche (Thesing non aveva certo velleita' di biologo) ma la sua empatia e capacita' di interazione con un popolo (i bedu) che era ben consapevole da li a poco sarebbe stato spazzato via dal petrolio e dalla meccanizzazione.
Magnifico, consiglio anche Quando gli Arabi vivevano sull'acqua sempre di Thesiger. E' uno dei più grandi cantori del deserto. Ho atteso a lungo la ripubblicazione di questo capolavoro, e oggi che ho potuto ricomprarlo mi chiedo come sia possibile pubblicare un gioiello simile, con quella terribile prefazione di Malatesta. Saltatela a pié pari perché fa solo innervosire. Ci manca solo che Malatesta vi sconsigli la lettura. Giudizi negativi sull'autore a non finire, del quale si salvano solo le foto, velati e nascosti da una retorica noiosa. Non capisco come sia possibile che l'editore abbia concesso una simile porcheria, piuttosto sarebbe stato meglio non scrivere nulla e salvare quelle terribile sei o sette pagine. Se Malatesta non apprezza Thesiger perché era anti-italiano (e buonanotte, era inglese durante la guerra e peraltro era nato in Etiopa, che adoraba!), mi spieghi perché ne ha scritto un'introduzione. Occorreva lanciare il sospetto che Thesiger fosse omosessuale, sospetto che peraltro ha lo scopo di essere un giudizio? Se Malatesta ne ha scritto la prefazione, si è informato su di lui, ma poi non ha voluto andare ad intervistarlo nonostante Thesiger fosse ancora vivo, e non ha voluto perché Thesiger FU anti-italiano, mi si spiega perché c'è questa introduzione a questo libro? E si badi che questa cosa non l'ho derivata leggendo articoli di/su malatesta, ma è scritta pari pari nella suddetta prefazione. Mio consiglio, strappate quelle prime pagine, e buttatele nel fuoco, quindi godetevi questo magnifico libro che è allo stesso tempo un tributo ai grandi esploratore, un bellissimo libro di viaggio, un saggio di grande letteratura perché la narrazione è magnifica.
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