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Sette racconti con protagonista Horace Rumpole, avvocato all'Old Bailey, il tribunale dell'alta corte londinese, che risolve con sagacia e ironia i casi più intricati.
L'arruffato Horace Rumpole, anziano barrister dell'Old Bailey, cioè avvocato alla sbarra dell'alta corte criminale di Londra, nutre un profondo disprezzo per gli aristocratici colleghi e non risparmia nemmeno i giudici «parrucconi» con cui si confronta nella difesa di poveracci intrappolati nei pasticci delle vite più bizzarre. In questi racconti, che mescolano legal thriller e comicità, rievoca le proprie vittorie, ma anche diverse sconfitte. E ognuno dei casi sembra la rappresentazione comica di una specie di lotta di classe culturale, lo scontro tra due versioni dell'universo, da un lato la società delle buone maniere incarnata dai tribunali, dall'altro le assurde ironie della vita che impegolano la gente comune. L'intreccio crea una suspense umoristica, in attesa della svolta a sorpresa che risolve la vicenda giudiziaria, e sorge spontaneo il sospetto che nessuna delle storie sia davvero inventata. Intanto, il barrister Rumpole, «maestro nell'arte del controesame», oltre la porta del tribunale, non si dimostra altrettanto abile da scampare ai trabocchetti della vita domestica con la moglie Hilda, «Colei Che Deve Essere Obbedita». John Mortimer, scrittore, sceneggiatore nonché avvocato, disegna ritratti con superiore umorismo, senza macchiette e caricature, che arrivano all'essenza di personaggi emblematici dello spirito del popolo inglese.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sono sette raccontini di una squisitezza unica. Sir John Clifford Mortimer, inglese di Londra classe 1923, offre forse il miglior esempio di legal drama che mi sia capitato sia su carta sia su video. Non me ne voglia Carofiglio e il resto della schiera dei togati creati dalla penna e dall'esperienza stessa di altri togati, ma il vecchio mestierante di tribunale - al secolo Horace Rumpole -, strenuo difensore delle cause (apparentemente) perse nonché mago nell'arte del controesame, gli dà un bel po' di pinte di birra a tutti. «Sono un adorabile eccentrico che si lascia cadere la cenere sul panciotto, legge l'ora su un vecchio orologio da taschino e chiama i giudici "cari vecchini". E recita Wordsworth al gabinetto. È questo che sono, no?» Ho bazzicato parecchio in quest'ambito letterario, cinematografico e televisivo, ma l'ironia (e l'autoironia), la scaltrezza sorniona, la rustica umanità e l'inguaribile ottimismo di questo personaggio a me fin'ora sconosciuto, ne fanno il perfetto paradigma del genere. Deliziosi persino i siparietti domestici. Consigliatissimo agli amanti dei racconti giudiziari e non.
Mi piace Rampole perché, oltre ad una narrazione ironica e gradevole, riporta molto bene - meglio di personaggi letterari togati, ben più noti - l'approccio e la mentalità degli avvocati
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