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Con pochi semplici ingredienti Beatrice Solinas Donghi sa rinnovare il "miracolo" di un bel libro per ragazzi, soprattutto ragazze: una bambina orfana, il collegio, un nonno misterioso e burbero. Rosina, nove anni, orfana di padre e madre, a causa di una malattia della nonna presso cui vive, si trova scaraventata dapprima in orfanotrofio e poi presso un nonno paterno sconosciuto, il Comandante, uomo di mare, che la chiama Annetta e la porta a casa sua in un borghetto ligure, dove la bambina prosegue il suo percorso di crescita e formazione, di iniziazione e rinascita: nuove amicizie, i bagni da sola, la lettura dei vecchi libri del padre (Verne e Salgari). Il nonno vigila a distanza, lasciando che la piccola faccia liberamente le sue esperienze. Annetta - miracolo dell'infanzia - si adatta con una sorta di mimetismo istintivo al nuovo ambiente, anche a persone e amiche che la nonna, un po' snob, avrebbe ritenuto poco "adatte". Dietro c'è un mistero: la mamma era scappata da casa per sposare il suo bel marinaio, che la nonna giudicava poco "adatto" alla figlia. Annetta sta bene con il nonno, ma sente che Rosina spinge per venire fuori di nuovo, si sente divisa in due parti che non stanno nemmeno nello stesso posto. Alla fine sarà proprio lei a decidere: per andare a scuola starà con la nonna, andrà dal nonno per le vacanze. Antonio Faeti nella postfazione sottolinea il tema della doppiezza, dell'ambiguità della preadolescenza. Solinas Donghi con la sua scrittura tersa, intensa e misurata, senza un aggettivo e un avverbio di troppo, sa restituire il sapore delle piccole cose in ambienti quotidiani e riconoscibili, ma anche dei grandi sentimenti, affetti, emozioni. Non è minimalismo, è grandezza di scrittrice autentica.
Fernando Rotondo
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