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In Romanticismo d’acciaio viene presentato il discorso che il Ministro del Terzo Reich, il dottor Joseph Goebbels, tenne in occasione dell’apertura della Camera della Cultura del Reich il 15 novembre del 1933. Il prezioso e breve testo viene presentato ai lettori italiani con testo a fronte in tedesco ed è corredato da degli scritti di Franco Freda, Giovanni Damiano e Curzio Vivarelli – curatore della copertina – che ne forniscono una corretta interpretazione al di là dei giudizi di ordine storico e contigente che si possono dare su alcuni aspetti del nazionalsocialismo. Goebbels si rivolge direttamente al Führer e ai membri dell’Assemblea dicendo che la rivoluzione tedesca della nuova Germania è stata l’affermazione non solo di una idea nuova nata dal sacrificio di due milioni di soldati tedeschi caduti nella Prima guerra mondiale, ma il concretizzarsi di una visione del mondo e della vita che ha origini ancestrali nei popoli di stirpe indoeuropea. Questa Weltanschauung è una concezione eroica che ridà speranza al popolo tedesco, qui inteso nella sua totalità e completezza del significato del termine Volk, cioè di una comunità organica e di destino al di là delle appartenenze a quelle che Karl Marx definiva «classi sociali» e che i fascismi hanno superato proponendo lo Stato totalitario e una nuova economia al di là del capitalismo sfruttatore e del collettivismo comunista unito sotto la direzione di un Capo nel quale il popolo si riconosceva integralmente e verso il quale mostrava un fede assoluta. Il ministro conferma il proposito principale del nuovo governo: ridare dignità da conquistare attraverso qualsiasi lavoro, libertà e consapevolezza alla Germania attraverso un’opera formativa e creatrice che ha lo scopo di dare vita all’uomo nuovo e che trova nell’arte e nei monumenti la sua più compiuta realizzazione esteriore e quindi interiore vista che la visione del mondo a cui si rifanno tutti i movimenti fascisti internazionali è spirituale ed antimaterialista.
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