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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2023
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Libro vincitore del Premio Napoli. Saggistica 2022
Un viaggio vertiginoso che attraversa duecento anni di idee, teorie, simboli, immaginari e utopie: il concetto di rivoluzione si rivela come la chiave interpretativa della modernità globale.
«Inventando il futuro, le rivoluzioni salvano il passato, ma possono anche travolgerlo.»
Walter Benjamin, probabilmente, aveva appena finito di leggere la Storia della Rivoluzione russa di Trockij quando paragonò le rivoluzioni alla fissione nucleare, un’esplosione capace di liberare e moltiplicare energie contenute nel passato. Le rivoluzioni sono movimenti di violenta rottura. Non riguardano singoli individui, ma sono terremoti che gli esseri umani vivono collettivamente. Dopo il crollo del Muro la narrazione su questo concetto si è appiattita sull’idea che cambiare il mondo corrisponda a una minaccia di totalitarismo. Secondo Enzo Traverso, invece, il concetto di rivoluzione può essere una chiave interpretativa della modernità e, addirittura, del nostro presente, ma a una condizione: la sua indagine deve intrecciarsi con le immagini, le memorie e le speranze, che cambiano costantemente e nel tempo rinnovano la propria forza. Riabilitare le rivoluzioni come momenti cruciali della storia moderna non significa idealizzarle. Piuttosto, significa non rinunciare a comprenderle come momenti drammatici, vissuti intensamente dai loro protagonisti, e perciò capaci di accendere energie, passioni e sentimenti, fino a provocare trasformazioni non solo nella politica ma anche nei canoni estetici. Traverso coglie gli elementi materiali e intellettuali di un’esperienza rivoluzionaria frammentaria e spesso dimenticata. Il passato si disvela attraverso le sue immagini dialettiche: locomotive, corpi, barricate, bandiere, luoghi, canzoni, dipinti, fotografie, manifesti, date. Un lascito ricchissimo, da riordinare e interpretare, di cui ha bisogno la sinistra del XXI secolo per superare vecchi modelli esauriti e costruire un nuovo orizzonte del senso e dell’azione.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Traverso rispolvera il concetto di rivoluzione nella storia moderna. Lo fa adoperando lo strumento benjaminiano dell'immagine dialettica: se la rivoluzione è una frattura nel continuum della storia, allora occorre cercare immagini che siano la sintesi dialettica di uno scontro di forze. Se l'operazione è riuscita, può giudicare il lettore. A mio avviso, è riuscita per meno della metà: prevalgono la prolissità accademica e giri di boa marxisti. Sul concetto di rivoluzione, poi, e la sua portata metafisica: vale durante o solo dopo l'evento? E quando si conclude l'evento? Come (si chiedeva Baczko) porre fine alla rivoluzione? Più che storia intellettuale, mi sembra filosofia della storia, di una storia ormai chiusa, di uno sguardo tutto volto al passato. Una Wunderkammer di cui il militante di sinistra può ammirare (o contemplare) i cimeli.
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