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L’UE cambia e si rilancia attraverso le crisi nel grande piano di opere pubbliche che sono limitatamente finanziate, anche se con la New Generation 750 mld ci sono contributi a fondo perduto, ma anche indebitamento comune ponendo a garanzia il bilancio comune europeo. Le risorse sono state distribuite agli Stati in base all’impatto che ciascuno di essi ha subito dalla pandemia e alle loro difficoltà strutturali (es. disoccupazione)? Ma i Piani hanno anche componente importante: le riforme. Qui però manca una visione del futuro. Si guarda a raccogliere i progetti già disponibili:insomma una redazione di tipo additivo, chiudendo il dialogo (i soliti interessi forti?) e ignorando la rilevante valenza politica delle scelte. Per l’A. un pugno di persone avrebbe compiuto scelte (complici pochi ministri: Cingolani, Giorgetti, ecc.) nel governo Draghi che plasmeranno a lungo l’Italia. Selezionando i progetti realizzabili il rischio è di acuire le disparità territoriali? I sindaci qui hanno un ruolo maggiore rispetto alle regioni che non intermediano. Ma i Comuni sono collassati! Si ridisegnano le regole europee di finanza pubblica e gli equilibri territoriali della spesa corrente. Per cui definire e finanziare i LEP (art. 117/2 lett. “m” della Cost.) può garantire una copertura più possibile ed omogenea sul territorio nazionale dei diritti civili e sociali dei cittadini? Si tratta, afferma l’A., di un impostazione ideologica aprioristicamente favorevole al mercato come strumento di regolazione automatica della società, in parte dal desiderio ceti più abbienti di non contribuire più al finanziamento dei beni e servizi collettivi ecc. Libro assai di parte, ma con tante verità.
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