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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Piacevole libro su musicisti jazz scritto da un appassionato di jazz. Lettura scorrevole.
Un libro di schede di Murakami su vari jazzisti famosi, molti dei quali li si ritrova menzionati nei suoi romanzi. Preferisco quando ne parla con più passione e dettaglio nei romanzi stessi. Qui i suoi giudizi sono molto gelidi, praticamente salva sì e no un solo album per ogni musicista, quando non lo stronca del tutto. Sono opinioni di un grande narratore, e possono valere a titolo di curiosità. A tutt'oggi è il libro di Murakami che mi ha dato meno in assoluto.
superficiale i disegni a volte assolutamente non somiglianti al musicista ma carino carino per me che vado pazza per il jazz !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Recensioni
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Murakami, ovvero il ponte letterario tra Giappone e Occidente.
Nei romanzi dello scrittore di Kyoto emerge prepotentemente l'importanza dell'elemento visivo, dell'immagine, e questo è un carattere narrativo e culturale prettamente nipponico. Ma chiunque abbia letto più di un suo libro sa quanto pesi anche la musica intesa sia come ritmo, armonia nella costruzione del testo che come citazione di brani, opere e musicisti, essenzialmente europei o statunitensi.
Con questo libro si chiude un cerchio tra opere e vita.
Entra infatti nella scrittura la sua precedente attività di gestore di un jazz club, di esperto musicale che con modestia non vanta nella Prefazione.
Ma entra anche l'immagine, quella dei disegni luminosi, brillanti, di Wada Makoto dai quali parte tutta la storia del libro.
Così scrive lo stesso Wada Makoto: "Il titolo della personale che ho tenuto nel ’92 era Jazz. Ho scelto venti musicisti jazz e li ho ritratti. Questi disegni hanno colpito Murakami Haruki, che ha deciso di scrivere un testo per ognuno di essi. Nel ’97 ho fatto un’altra mostra, Sing, dedicata ad altri musicisti jazz. I loro ritratti, insieme ai precedenti, sono stati riuniti in un unico volume.
La passione di Murakami Haruki per il jazz è ben più profonda della mia. Le opere che ho esposto nelle due mostre hanno preso ognuna la propria strada e si sono disperse per il mondo, ma grazie ai testi di Murakami, i musicisti raffigurati hanno potuto ritrovarsi tutti insieme nello stesso luogo. Ne sono molto felice."
Non si trova il Murakami dei grandi romanzi in queste pagine, ma non ci manca più di tanto, vista la qualità dei testi che si susseguono. Un paragone? Baricco critico musicale, forse meno professionista e più amatore.
55 protagonisti del jazz – da Chet Baker (Nel suo modo di suonare c’era qualcosa che faceva nascere in petto un ineffabile, lancinante dolore, delle immagini e dei paesaggi mentali che soltanto la qualità del suo suono e il suo fraseggiare sapevano trasmettere) a Gil Evans (Si può sprofondare nell’ascolto della musica che ci ha lasciato senza mai stancarsi. C’è in essa il senso della scoperta e della gioia. Perché, per quanto la si ascolti, non vi si troveranno cliché...), passando per Billie Holiday (lei prende su di sé in blocco tutti gli sbagli che ho commesso fino ad oggi, tutte le ferite che ho inferto finora a tante persone attraverso quello che creo, cioè attraverso la scrittura: e mi perdona), Miles Davis (Miles conficca senza pietà il suo cuneo magico nelle incrinature dell’animo), Thelonious Monk (Era paragonabile a un uomo misterioso uscito dal nulla che appare all’improvviso, posa sul tavolo qualcosa di straordinario, e scompare cosí, senza dire una parola), Ella Fitzgerald (Dunque il jazz è qualcosa che procura tanto piacere?), Stan Getz (nel cuore della musica di Stan Getz c'era una melodicità d'oro lucente)...
55 dischi che compongono una personalissima enciclopedia della musica afroamericana, e una originale guida all’ascolto.
A cura di Wuz.it
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