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Questo può essere il riassunto di questo libro: una fervente cristiana, che va in India quasi con l'unico scopo di trovare le tracce del cristianesimo in quella terrà meravigliosa, magica, tragica e incredibile, e che si infervora solo quando riesce a trovare qualche piccola chiesetta cattolica mentre rimane quasi indifferente alla bellezza di qualcosa così diverso da lei e dalla sua religione... come se un indiano venisse a visitare l'Italia con il solo scopo di cercare i templi dedicati alle divinità indù presenti nel nostro paese e rimanesse indifferente a tutto il resto... triste! Ho trovato questo libro molto vuoto e superficiale (l'ho finito davvero a fatica!). L'autrice, si dice si colpita dalle varie sfaccettature dell'India, ma poi corre a rifugiarsi nel lusso e nell'opulenza dei mega alberghi super turistici, o nella sicurezza di una chiesa cattolica... e qui preferisco fermarmi per non affrontare anche l'argomento "fede"... Bella l'idea di confezionare un libro che sembra un diario di viaggio con tanto di elastichino laterale...molto commerciale...se non altro molti si saranno fatti purtroppo incantare anche dall'apparenza...rimanendo delusi poi dal contenuto...del resto in linea con il libro....
Un prontuario turistico. Cerco di limitarmi nel giudizio critico dal momento che le ragioni di fede dovrebbero restare forse di intima ed esclusiva appartenenza dell'autrice. Si capisce nel lampo di una perifrasi il rapporto della B. con la scrittura. Voi commentatori che mi precedete tessete le lodi alquanto.. Io piuttosto ravviso l'assenza di respiro narrativo e la completa mancanza di un talento letterario. Banalita' per iscritto e nonostante l'argomento di cui perfino curiosa e' la pubblicazione . Rifletto che deve essere meraviglioso volare in India con la confortante vicinanza di un orsacchiotto di pezza provvisto pure lui di una sfilza di carte di credito, l'ambassador nera preordinata e linda. Una compagna di viaggio con tre cognomi, docile ed inesperta. Gli hotel lussuosi e la business class che fa si certamente la differenza, in quelle interminabili ore di transvolata, per decenza o ritrosia condita di vera noblesse oblige', non vengono citati. I ricchi , ahime', non sono mai genuinamente credibili quando ricontano le prorie storie di viaggio piu' esotiche e vi descrivono con fascinazione luoghi di incanto in natura , spesso colmi di umana sofferenza. Ho riposto educatamente il libro della nostra principessa sullo scaffale e diretto la mano , rimanendo geograficamente in tema, sulla pila cartacea dell'adelphi dalla quale di li a poco avrei separato definitivamente un tomo, fresco di stampa ed titolato..la citta della tremenda notte, Ruyard Kipling. Con l'aggravio di spesa di 3 euro e 10cents, vi garantisco che porterete a casa molto, ma molto di piu'. Per vedere oltre ancora suggerisco la lettura di Hesse(viaggio in India) e sopratutto gli scritti di Mircea Eliade che sono di una bellezza incomparabile e dei quali mi sorprende annotare che la nostra principessa non abbia fatto alcuna menzione; neppure una citazione piccina piccina magari a latere infilata per aggiungere un po' di peso, tra una massima frusta ed abusata di Platone ed una digressione di Sant'Agostino. Banale pure in questo.
anche io ho fatto lo stesso viaggio 3 anni fa con un amico indiano e la moglie (loro in viaggio di nozze) con auto tipica (Ambassador) e autista. Ho provato anche io molte sensazioni ed emozioni come le ha descritte l'autrice, ma non avendo la stessa cosi' profonda fede non ho mai pensato di dire il rosario quando stavo male o avevo la depressione nel vedere il modo di vita di tanta gente. In effetti il viaggio e' molto ben descritto,in modo semplice e chiaro rende bene la molteplicita' di sentimenti che scatena una realta'come quella dell'India del Sud. La parte un po' troppo pesante sono stati tutti quei richiami al cattolicesimo e la ricerca di chiese in ogni luogo e mi sembra che mai la scrittrice abbia lasciato il suo animo perdersi in una "puja" staccandosi per un momento dalla cultura religiosa occidentale. Per il resto chiunque avrebbe potuto scrivere un libro cos'dopo un tale viaggio,la differenza e' che lei lo ha scritto e lei si chiama Alessandra Borghese. Se l'avessi scritto io nessuno sarebbe andato in libreria. Percio' devo ammettere che e' stata molto brava e nel mio prossimo viaggio che rifaro' in quei luoghi mi portero' il suo libro in valigia. E' molto particolare e accattivante anche la presentazione del libro, in forma di diario tascabile. Brava, Alessandra,e se la prox volta vorrai rifarti il "pellegrinaggio" meno turistico ma piu' indiano scrivimi una mail e ti daro' dei consigli (o ti portero' con me)!E grazie per avermi fatto rivivere la magia che solo un viaggio del genere puo' creare.
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