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Ritorno a Planaval - Stefano Dal Bianco - copertina
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Ritorno a Planaval - Stefano Dal Bianco - copertina

Descrizione


In questo libro, scritto in un ampio arco di tempo che va dal 1993 al 2001, Stefano Del Bianco riflette tra le cose e i luoghi della sua realtà quotidiana. "Ritorno a Planaval" è in un certo senso il diario lirico, la registrazione dei movimenti anche minimi di uomo - il poeta stesso - che si osserva esistere.
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Dettagli

2001
20 novembre 2001
120 p.
9788804499862

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oreste bonvicini
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Poesia moderna, questa di Stefano Dal Bianco? Modernità dell'uso di versi tratti da canzoni in voga negli anni ottanta, come nei corsivi de La vita oscena sopra riportati? O come in Poesia che ha bisogno di un gesto, scrittura destinata alla recitazione, alla poesia che cerca di avvicinare la classicità e di fondere i temi del teatro, del monologo, del flusso interiore, della riflessione capace di coinvolgere un uditorio presente, obbligato all'ascolto così come avviene nel rapporto tra spettatore e palcoscenico. Ma nelle composizioni La poesia di oggi e Diario, non ultimi ci sembrano i richiami ad un frammentismo vicino alle Prosette quasi serene di Giovanni Boine composte nel 1916. Tempi e legami remoti, dunque, per la poesia contemporanea. Sovviene allora alla memoria un'invettiva ascoltata tempo addietro: esistono troppi libri già letti prima di scartare il cellophane che protegge la copertina. Non è sempre così. La poesia di Stefano Dal Bianco è opera attenta e meditata. Molti anni sono intercorsi tra questa e la sua prima prova del 1991. Ogni autore è dentro alla materia di cui tratta e nulla come una lettura, o una rilettura, è capace di scatenare l'estro della scritture. In fondo, quando leggiamo, andiamo alla ricerca non sempre di ciò che ha detto l'autore, ma di ciò che è già in noi, con parole diverse, con accenti diversi, mutuato dall'esperienza personale, nel quotidiano, e dall'importanza o primarietà che affidiamo ai nostri sentimenti, nella volontà di fare, con il ricordo, con la memoria, creazione letteraria, arte.

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Giulio Mozzi
Recensioni: 5/5

E' un libro molto bello. Non dico altro. A me Stefano ha insegnate molte cose - buona parte di quelle importanti. Questo è un libro che fa bene, rafforza la vita. giulio mozzi giuliomozzi@libero.it

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Stefano Dal Bianco

1961, Padova

Autore di libri di poesia: La bella mano (Crocetti 1991), Stanze del gusto cattivo (in Primo quaderno italiano, Guerini e associati 1991), Ritorno a Planaval (Mondadori 2001), Prove di libertà (Mondadori 2012). Con Mario Benedetti e Fernando Marchiori ha diretto la rivista «Scarto minimo». È stato nella redazione di «Poesia». Insegnante di Poetica e Stilistica all’Università di Siena. Come studioso si è occupato della metrica di Petrarca, Ariosto, Andrea Zanzotto, e di poesia del Novecento. Di Zanzotto ha curato il Meridiano Mondadori nel 1999 (con Gian Mario Villalta) e l’Oscar Tutte le poesie (2011).Nel 2024 pubblica per Garzanti, Paradiso, entrando nella dozzina finalista del Premio Strega Poesia 2024.

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