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Noioso, scrittura ridondante e alla ricerca esasperata di descrizioni assolutamente inutili al fine narrativo. Un esercizio stilistico da anni '50 più che un romanzo contemporaneo
libro eccezionale, anche nel senso che fa eccezione la sua qualitá placida e allo stesso incisiva, l´economia di mezzi, la scrittura piana ma non monotona, tutte caratteristiche che mi hanno fatto pensare a Pontiggia e alla sua capacitá di descrivere vite inutili, ma allo stesso tempo esemplari
L'ho trovato piacevole e con spunti di riflessione interessanti. In realtà però mi aspettavo un finale diverso, più d'impatto. Ma pensandoci bene la storia non poteva che finire in quel modo.Lo regalerei a un pò di persone che conosco:-)
Recensioni
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Enrico Metz ha deciso di tornare a vivere nella casa di famiglia, di ridurre il lavoro a poche consulenze (è stato fino ad allora il legale di operazioni di portata planetaria, è stato al fianco di tutti gli uomini che contano) e di rimodellare la propria esistenza borghese intorno ad alcuni amici ritrovati, alla famiglia (quantunque la moglie sia rimasta a Milano e i figli gemelli siano giovani di successo assorbiti dalle proprie esistenze), alla memoria ritrovata. Coinvolto in uno dei più rovinosi crack finanziari del paese, quello dell'ingegner Marani, Metz è stato sotto la luce dei riflettori, ma, grazie alla lungimiranza dell'uomo di cui è stato fedele braccio destro, ha salvato la propria posizione. Ora l'ingegner Marani lo chiama amichevole, melanconico per accertarsi che la "nuova vita" sia cominciata, in realtà per accomiatarsi. Il giorno seguente arriva la notizia della sua morte. Intanto Metz, esperto di legislazione internazionale, è riuscito a ottenere un manipolo di clienti locali, forti, interessanti. Ma il suo ritorno in città non è passato inosservato presso gli altri studi che ne temono la concorrenza. Non solo, i papaveri della politica lo vogliono alleato offrendogli una importante carica amministrativa. Metz rifiuta con mite determinazione. I suoi nuovi nemici, sconcertati e sospettosi, scatenano una campagna denigratoria che lo induce a fronte anche dei clienti che di punto in bianco spariscono a ritrarsi più drasticamente. Lo sostengono la complicità coniugale della moglie Claudia che torna a vivere con lui, l'affetto di Rita, la segretaria-governante che di Metz si è presa cura dall'apertura dello studio, la venerazione ricambiata della giovane figlia dell'amico Alberto, il progressivo investimento di attenzione nel giardino, persino la presenza di un nobile gatto che aristocraticamente di-spensa il suo benvolere all'ospite. Il rumore del mondo svanisce e Metz comincia un lento abbandono di sé a se stesso, una progressiva cancellazione di atti ed emozioni, che non ha nulla di remissivo ma semmai è l'estremo omaggio, quasi frivolo, alla vita, alla bellezza, a quel che poteva essere e non è stato.
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