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INTROVIGNE, MASSIMO, Indagine sul satanismo, Mondadori, 1994
DEL RE, MICHELE, Riti e crimini del satanismo, Jovene, 1994
recensione di Macioti, M.I., L'Indice 1995, n. 7
Persone che non ci terrebbero affatto, e che vengono "trovate" e invasate, agite dal Demonio. Altre che il Demonio lo cercano, per anni, invano. Una fenomenologia, secondo studi e ricerche recenti, contemporanea, attualissima, di cui Introvigne propone una rilettura anche in chiave storica, riandando al Seicento e al Settecento. Una casistica che parrebbe poter coinvolgere indifferentemente soggetti dalla difficile, tormentata storia di vita e altri dal percorso, fino a quel momento, lieto; apparentemente almeno, lineare.
Che significato hanno fenomeni di questo tipo, oggi? Specchio forse di tendenze e contraddizioni presenti nelle più accettate e condivise linee culturali e società contemporanee? Oppure, si domanda Introvigne, istanze criminogene, da isolare ed esorcizzare? O ancora, miti e manie di "satanisti pentiti", di pochi mitomani?
Tornano i nomi di Huysmans e di Léo Taxil, di Aleister Crowley e di Anton Le Vey anche nella trattazione di Michele Del Re, che si sofferma maggiormente - a partire da un'ottica che sottolinea gli aspetti criminogeni, quelli che chiamano in causa il diritto penale - su recenti crimini satanici. Ed ecco i "giochi criminogenetici: fantasie criminali e violenza reale", argomento molto discusso e controverso, qui proposto in termini di preoccupata attenzione. Ecco il rock satanico, le associazioni e i gruppi satanisti più noti. E ancora, riflessioni sulla possibilità di prevenzione e repressione del satanismo criminoso: perché esistono vari tipi di satanismo, non tutti ugualmente nocivi e temibili. Chiude il testo di Del Re un'appendice su "gergo e simboli dei satanisti": e vi troviamo la Chiave di Salomone, il Grimoir, la Main de gloire o Mano di gloria, Lilith e il Sigillo Satanico e molti altri termini di tipo più o meno esoterico. E ancora, viene presentata una lista dei giorni sacri e dei giorni esecrabili per i satanisti, insieme a un elenco sul significato dei colori e a uno specchietto con una contrapposizione speculare fra sacro e profano, su svariate coppie di concetti. Nel testo, oltre a richiami di tipo letterario, la pianta di un Tempio satanista, che segue la stilizzazione del capro infernale, con la zona delle corna dedicata da un lato alla "visione di disperazione" e dall'altra alla visione dell'inferno".
Molto ci sarebbe da discutere su certe interpretazioni, sul peso attribuito a determinati fenomeni ed episodi. Certo si è che, insieme, i due testi, diversi nell'impostazione e solo in parte coincidenti nell'attenzione a persone e fatti, propongono un'ampia materia di riflessione e suggeriscono possibili spiegazioni per l'ampliarsi di un fenomeno che un secolo addietro si riteneva, da parte di molti studiosi, sull'orlo dell'esaurimento, e che oggi sembra invece ripresentarsi con forza, avendo assunto aspetti nuovi e molteplici, tali da interessare più ceti sociali, più fasce d'età.
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