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Ecco un romanzo che mi ha affascinato e stomacato: le due reazioni contraddittorie messe insieme sono forse indizio di un grande libro, come ho sentito dire da qualcuno? Non lo so, ma so che il romanzo, capace di proiettare in un vortice metafisico (si parla di anima, la religiosità non è tanto lontana), mi è parso trasformarsi in una sorta di pista di autoscontro, dove si cerca e si fugge l’urto delle altre macchinette. E la giostra continua, anzi deve continuare, dato l’imperativo delle ripetizioni annunciato dal titolo del libro. In conclusione, se la prosa di Giulio Mozzi e il mondo di personaggi un po’ sui generis messi in scena mi hanno all’inizio assolutamente catturato, confesso che verso la fine ho provato un senso di stanchezza,se non proprio di nausea, il che mi spinge a dare, tutto sommato, un giudizio moderatamente positivo.
Un bellissimo ed interessantissimo libro. Un romanzo che non risparmia nulla di quello che non si vuole sentiere ma che, in altre forme, ci abita. Lo consiglio a chi ha il coraggio delle "cose" forti.
Difficile scrivere qualcosa riguardo questo romanzo. I suoi capitoli sono frammenti di memoria, quasi tutti del protagonista Mario, spesso in bilico tra realtà e fantasia. Mario vive tre vite o almeno così sembra, tutte raccontate senza ordine cronologico e, a volte, nemmeno logico. Al di là di questo, volto a generare una sensazione di smarrimento, il romanzo si sofferma troppo sulle vicende morbose dei suoi personaggi. Le pratiche estreme sembrano nascere dal nulla, non hanno una genesi che in qualche modo le giustifichi. L'autore non riesce a creare empatia tra i personaggi, a cominciare proprio da Mario, e il lettore, nonostante l'ottima scrittura. Il suo stile è scorrevole e brillante ma diventa indigesto nel capitolo "Una lettera" e in quelli successivi, con continue ripetizioni (appunto) e un paranoico soffermarsi su dettagli inutili. Non so se Mozzi voleva suscitare disgusto o liberare le sue fantasie perverse ma, questo dubbio la sola cosa che alla fine mi è rimasta del romanzo. Nient'altro. Non un libro per tutti, questo è certo.
Recensioni
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