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Ripensare l'illusione. Una prospettiva dalla fine del secolo
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Il libro costituisce una riflessione sull'attualità politica, cercando le ragioni fondamentali dei successi e degli insuccessi della sinistra, il modo in cui affrontare i nuovi grandi eventi quali la globalizzazione, focalizzando i problemi da superare sul piano ideologico e politico dopo il crollo dell'Unione Sovietica.
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Dettagli

1999
182 p.
9788872848234

Voce della critica




Garvini, Sergio, Ripensare l'illusione. Una prospettiva dalla fine del secolo, Rubbettino, 1999
Alasia, Gianni, Partito amato amaro partito, Emmelibri, 1999
Alasia, Gianni, Il fascino discreto della classe operaia. Anni 1960-1970: le lotte per le riforme, Emmelibri, 1999
scheda di Agosti, A. L'Indice del 2000, n. 06

Gianni Alasia e Sergio Garavini condividono come protagonisti un lungo tratto della storia della sinistra politica e sindacale, torinese e non solo torinese. Ora i loro libri ci consegnano pagine di appassionata riflessione, nel caso di Alasia strettamente intrecciate con il filo della memoria. Garavini, invece, non guarda al passato se non per interrogarsi - con angoscia ma anche con rigore - sul perché della fine di quella che, con Furet, accetta di definire un'illusione, dato che "l'anarchia capitalistica si è dimostrata, ed è, più attraente delle riforme tentate da comunisti e socialisti attraverso le istituzioni". Garavini però non ha dubbi sul fatto che l'insegnamento di Marx sia ancora attuale, a patto di ripensarlo in modo "laico" e di riscoprire come idea guida di un nuovo protagonismo della sinistra quella "della partecipazione, dell'autogoverno, delle gestioni sociali in alternativa all'anarchia del mercato".
I due libri di Alasia rispondono ugualmente al bisogno di dare una prospettiva e un senso all'azione di una sinistra che rifiuta l'omologazione alla dittatura del mercato, ma dichiaratamente esprimono anche "il dovere di testimoniare, in tempi di degenerato individualismo e di 'privatizzazione' della politica, [una] storia di lotte e di liberazione collettiva".
Partito amato amaro partito è un libro di memorie, che ripercorre tutta la vita politica del protagonista, attraverso le sue tappe più significative: l'esperienza - vissuta quasi da ragazzo - della Resistenza, la scelta politica dell'adesione al Psi, nella cui sinistra militerà per quasi vent'anni forgiandosi alla scuola dei "quadri morandiani", la stagione del Psiup, e poi il momento riconosciuto come il più denso e difficile, quello dell'impegno come assessore regionale al lavoro, con un prolungamento di attività parlamentare sentito come abbastanza frustrante. Sono pagine asciutte, a volte anche dure, sempre dettate da una vena di sincerità e di voluta "parzialità" che non è così comune nei libri di memorie: perché Alasia, animato da un'inesausta passione civile e politica, non ambisce al distacco dello storico, ma piuttosto vuole, con la sua testimonianza, "aiutare lo storico nel suo razionale lavoro".
E per far questo ha sentito il bisogno di raccontare in un altro libretto la storia concreta di un impegno per le riforme nella stagione degli anni settanta, ripercorsa in alcune significative tappe torinesi: la rivendicazione di una scuola diversa, le battaglie per la salute e per l'ambiente e contro un'assistenza emarginante, per le pensioni, la casa, i trasporti, un fisco più equo. Ne esce ridimensionata un'interpretazione che fa leva sul massimalismo come tara storica della sinistra italiana: le riforme fatte in Italia, estremamente concrete anche se concepite in un'ottica di alternativa ideologica al "sistema" sono queste, passate attraverso l'impegno del sindacato, delle istanze di base del partito comunista e della galassia di una sinistra diffusa nella società.

Aldo Agosti

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