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per chi non ami (e del tutto a ragione) un Verdi veristico, quest rigoletto è da non perdere. Ottima come prevedibile la Scotto, buono Bergonzi anche se privo del "sex appeal" del seduttore, buoni i ruoil secondari. Fischer-Dieskau sia per voce sia per stile non è certo un tipico baritono verdiano (voce chiara, troppo aperta e spannata sugli acuti), ma ad es stilisticamente impeccabile nel duetto con Gilda "Padre - Mia Gilda). Ma l'elemento stupefacente è la direzione di Kubelik, appassionata senza enfasi, potente ma con misura. Anche la sua concertazione è eccellente: si veda il celebre quartetto, dove mai come sotto la sua direzione le voci appaiono perfettamente miscelate e insieme distinte
Bellissima edizione:Kubelik declina una direzione elegante ma al contempo coinvolgente. La Scotto è una Gilda perfetta (segnalo in particolare il passaggio "partì, partì, il mio core aprivasi a speme più gradita, quando improvvisi apparvero color che m'han rapita e a forza qui m'addussero nell'ansia più crudel": da brividi!), così come perfetta è la Cossotto nei panni di Maddalena.Bergonzi si conferma un maestro nei ruoli verdiani, interpretando un Duca raffinato e innamorato, anche se non abbastanza cinico e amorale: comunque, il "Parmi veder le lagrime" è assolutamente memorabile. Ivo Vinco è un buon basso, ma, nel ruolo di Sparafucile, Ghiaurov e Siepi rimangono di un altro livello. Menzione a parte per Fischer Dieskau: il timbro molto chiaro lo rende un Rigoletto atipico, ma la grande capacità interpretativa e il pathos di certi passaggi gli consentono di proporre un ritratto intenso ed emozionante della figura del Buffone. Da non perdere.
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