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Un libro tecnicamente "satanico" ovvero "avversario" di Dio, dei suoi diversi aspetti e delle sue manifestazioni. Ancor più satanico poichè scritto per così dire "dall'interno",da uomo di (sedicente) fede che con l'intenzione di "modernizzare" la dottrina cristiana la stravolge nei suoi dogmi principali mostrando, fra l'altro, di non averne minimamente colto l'essenza. Paradigmatica la parte sottotitolata "adversus Nietzsche", che si propone di mostrare l'inconsistenza dell'attacco niciano al cristianesimo ma, per una paradossale eterogenesi dei fini, lo esalta e lo fa apparire ancor più fondato. Nietzsche, nonostante le terribili parole usate nei suoi scritti, è infinitamente più spirituale, più mistico, e anche più cristiano dei vari Mancuso che vorrebbero ridurre Dio al puro e semplice concetto di bene(Mancuso dice che il bene esiste; dice anche che Dio = Bene; ergo Dio esiste) e non è neanche, secondo Mancuso, un bene assoluto, ma esclusivamente umano. In pratica Dio si manifesta nel bene di un uomo verso un altro uomo (pur con tutti i distinguo sulla gratuità, il disinteresse eccetera) Ne esce logicamente un Dio che non ha senso di esistere prima della comparsa dell'uomo sulla terra e dopo la sua scomparsa. Ma non ha senso di esistere neanche durante poichè se Mancuso definisce, come di fatto fa, la libertà umana come valore principale e imprescindibile per il darsi del bene, il solo fatto che Dio esista può costituire, quantomeno psicologicamente, una limitazione a tale libertà o un condizionamento di essa ("faccio il bene perchè Dio mi guarda e magari mi premia, o se non lo faccio mi punisce") per cui molto meglio che non ci sia del tutto, il che rende più libera e spontanea l'azione buona. Insomma Mancuso con la sua "rifondazione" intende ridurre il Cristianesimo ad una patetica ideologia che partorisca congreghe di suorine compassionevoli sul modello di Madre Teresa. Dopo il pensiero debole di Vattimo abbiamo il Cristianesimo debole di Mancuso. Ci mancava
La fede come libertà e non più come obbedienza? Dunque come domanda e non più come risposta. Mi sembra di poter sintetizzare così questo bellissimo libro di Mancuso; che deve molto, credo, alla rivoluzione "moderna", di cui fu inconsapevole iniziatore Cartesio; ma che, ancor di più, per venire ai nostri giorni (o quasi),mi sembra sia debitore nei confronti del modello antropologico-trascendentale (XX secolo) di Karl Rahner. Un percorso, quello che va da Cartesio a Rahner, che dice tutta la complessità del rapporto tra il soggetto e l'oggetto della conoscenza. L'uomo o la natura: la scelta da dove partire per trovare Dio resta decisiva e quanto mai attuale. Con una premessa: dato per assodato che non si cerca mai ciò che prima non si sia già, in qualche modo, trovato; non si può neanche pensare di iniziare a cercare senza farsi "visitare" dal dubbio. Una volta terminato il libro,quest'ultima mi sembra la più grande lezione da trarre.
Ho ritenuto necessario approcciarmi ed approfondire alcune conoscenze teologiche esposte in questo saggio di Mancuso, prima di iniziare la lettura del libro - Disputa su Dio e dintorni - scritto a quattro mani, con Corrado Augias. Il saggio Rifondazione della fede rappresenta un impeto di amore alla dottrina cattolica e cristiana, schivo da sotterfugi e pregnante di contenuti teologici e soteriologici, non condizionati a schemi dogmatici ma illustrati da semplici e razionali esposizioni. Lettura scorrevole e accattivante, per niente noiosa, viste le tematiche secolari e impegnative che affronta. L'equilibrio e la saggezza del testo permettono consensi sia nel mondo delle ideologie laiche che cattoliche. Con chiarezza e disincanto, è trattato il peccato originale della Genesi ed alcune dottrine della fede di S. Agostino e S. Tommaso, dottori della Chiesa cattolica.
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