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Le 14 “Riflessioni...” è un libro che già a partire dal titolo rimane fedele alla sua ambiziosa direzione di indagine: trovare un nesso unitario, un armonico passaggio logico, ma dimostrato dagli studi scientifici, che porti dal cervello, l’organo che meglio identifica l’uomo in quanto ‘homo sapiens’, allo spirito. Scritte in una piacevole prosa intonata alla scienza e alla filosofia, innobilita dal tocco finale del filosofo, le riflessioni sviluppano il loro discorso con rigore e fondatezza documentaria, tentando di sintetizzare — è questo il loro pregio — i molti livelli di quello che dalla moderna filosofia della mente è chiamato ‘mind-body problem’. S. sceglie però di evitare la parola ‘mente’ preferendole il termine ‘spirito’, per dare forse al lettore un’indicazione più netta della finalità del suo lavoro filosofico: sintetizzare, dicevo, la molteplicità delle visioni — scientifiche, filosofiche, etologiche, bio-chimiche, psicologiche, religiose — in un tutto unificato. La progressione lungo ponti sottili delle tessere così disposte dovrebbe permettere al lettore di vedere in un sol colpo d’occhio una linea di pensiero unitaria che prendendo il via dalla visione naturalistica della scienza attraversando molteplici discipline di studio intermedie, e il rigore dialettico della filosofia, giunga alla visione religiosa, cioè allo stadio più difficile della ricerca, quello riguardante Dio, “che è poi la ricerca sulle origini di tutto l’essente” (per S. quella della tradizione cristiana, e dell’idealismo; lo sottolineo, sia per rendere meglio ragione della scelta, nel titolo, del termine ‘spirito’, sia perché in questo “animato dibattito culturale” il termine di riferimento è stato spesso il Buddhismo, religione basata sulla analisi della ‘mente’ e sul continuum mentale, contraria quindi al monismo, sia esso di natura materiale che spirituale e favorevole di contro a considerare la mente indipendente dalla chimica del cervello, anche se capace di influenzarla).
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