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Un vedovo e una vedova sui sessant'anni, lui tedesco originario di Danzica, lei polacca originaria della Lituania, s'incontrano a Danzica/Gdànsk nel 1989. Mentre il muro di Berlino sta per cadere e una parte di questo intrasformabile mondo si trasforma con sorprendente rapidità, nasce tra i due un'affascinante storia d'amore. II vedovo e la vedova, pensando alle proprie famiglie e a quanti si trovano nella loro identica situazione, concepiscono il progetto "conciliatore dei popoli", vale a dire rendere agibili i cimiteri - a Danzica per i tedeschi, a Vilna per i polacchi - in modo che gli ex deportati o trasferiti possano tornare, almeno da morti, nella propria terra. Grazie alla ricchezza e allo spirito imprenditoriale tedesco e grazie alla povertà polacca, la prima parte del progetto - il cimitero in Polonia per i tedeschi originari di Danzica - si concretizza prontamente. Nasce una società, il denaro corre, ben presto si sviluppa un giro d'affari e anche una minaccia politica, perché dalla Germania vogliono ormai tornare a Danzica non solo i morti ma anche i vivi. Sgomenti per le conseguenze della loro idea umanitaria, i due vedovi si ritirano dalla società... E' stato il vedovo, presunto ex compagno di scuola dell'autore, a passargli il materiale da elaborare nel romanzo, che diventa così quasi un "semplice resoconto": vengono riferiti "fatti" che non hanno niente di estremo né di atroce, ma si limitano ad indicare quasi con discrezione l'insufficienza degli umani sforzi. II tema della morte, necessariamente presente, è trattato con laico equilibrio: cruda necessità ma anche umana risposta, laddove si riesca a far sì che almeno nei luoghi della morte "la politica cessi". In realtà non cessa mai, e i sentimenti di umanità non trovano spazio: così sembra concludere il testo, più tra le righe che con proclami.
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