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Camminare nella storia, Camminare con la storia. Un tempo sospeso di cinque lunghissimi anni, istanti infiniti questi nei quali, -al di là di quello che la nota parentesi storica narra-, si descrivono magistralmente stato d’animo di POW91182. Quello di questa matricola era Un animo scandito dal ticchettio infinito di lancette che non passavano mai, lontano da quelli che erano i progetti di vita, lontano dagli affetti, distanti anni luce dai propri sogni. Quelli di un giovane ufficiale che, attraverso queste poche ma profonde missive con la famiglia, fa percepire sofferenza, paura, malessere fisico e, soprattutto: mancanza. Tanta. Sempre però percepita con tono sereno. Perché la bellezza di questo piccolo (per età, soltanto 21 enne), ma grande uomo era racchiusa in quella forza centripeta chiamata coraggio. Coraggio di andare oltre, di saper aspettare, di non perdersi mai d’animo perché sapeva che se avesse continuato -come ha fatto-, avrebbe sconfitto ogni paura. È così è stato. Questa storia, oltre ad essere per il popolo italiano “la storia”, racchiude in se un elemento fondamentale e fondante per l’animo umano: profondità di intenti e soprattutto rispetto dei valori. Per una divisa indossata che era più di quanto l’Ufficiale potesse immaginare: era Riccardo. L’uomo. Una lettura più che consigliata, che travolge, coinvolge, smuove ed emozione. oltreché raccontare un ieri, di cui spesso si tende a dimenticare.
Libro interessante soprattutto per la testimonianza diretta della vita da prigioniero di guerra in Kenya del protagonista e per le informazioni storiche che se ne possono trarre. L’opera è ben strutturata e allarga la visione con riferimenti ai campi di prigionia e alla città di Asmara quale patrimonio dell’Unesco. Il merito del libro è nel far comprendere a quali dure limitazioni i prigionieri italiani sono stati sottoposti, quali inattività e restrizioni che determinarono nervosismo e stress. Emerge chiara la necessità di bisogni che definiremo banali. Fondamentale avere un riferimento quale la famiglia con cui idealmente ricollegarsi ed ancorarsi. La regolare cadenza, quando c’è, nel ricevere le lettere da parte dei familiari è rassicurante e rasserena. In sostanza, ne emerge un sacrificio enorme ma anche una capacità notevole di autocontrollo per esserne usciti integri fisicamente, moralmente e psicologicamente Preziosa testimonianza ed importante operazione di recupero storico relativa agli uomini che combatterono e si sacrificarono durante la Seconda Guerra Mondiale in Africa Orientale, scacchiere trascurato nella storiografia e poco ricordato nella memoria collettiva.
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