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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Mentre si legge "Rewind" si sente che tutto corre verso qualcosa di inevitabile, che non si può fermare. La velocità è connaturata alle vicende dei personaggi, dunque, anche se si vorrebbe stare ancora con Zeno, Rocco e Talila, è giusto così, è nella natura del libro farsi leggere dall'inizio alla fine col fiato sospeso. Talila è un personaggio grandioso; troneggia in tutte le altre parti, c'è anche quando non c'è. Ed è grandioso nella dimensione in cui ha qualcosa di evanescente e lieve; quando appare come una vertigine, una mancanza, una sottrazione, un corpo accucciato. Il sesso non è la parte più forte del libro, per quanto sconvolgente; sono più potenti quelle parti dove la normalità sembra implodere per colpa di qualcosa che si agita tra i silenzi, negli spazi tra le posture, nella consapevolezza della caduta. Il dolore unica via da perseguire sempre, come animali nati con un istinto sbagliato. Sì, perché anche Zeno, così per bene è attratto da Talila, dalla sua malinconia, da ciò che tace. Alla fine rimane una sensazione di disagio che è data dalla forza limpida della scrittura e dall'attrazione che tutti, in modi diversi, hanno per l'orrore, per il lato oscuro, per la sfortuna. E' quello che mi ha colpita di più, perché è una cosa che si agita dentro ognuno di noi, che fa parte del quotidiano - il quotidiano oscuro, quello che non si vede, che sta sotto le giacche, tra i capelli, nei retropensieri. Siamo tutti un po' Rocco e Ana, tutti un po' pezzi di merda. Oppure come Michael e Talila, angeli che vogliono cadere.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Immaginate di sedervi al cinema, le luci si abbassano, il buio comincia a farsi spazio e dietro di voi il regista decide di farvi provare un’emozione differente e unica nel suo genere: montare il suo ultimo lavoro cinematografico… al contrario! Si comincia dalla fine e si va a ritroso!
Questo è quello che si prova quando si finisce di leggere “Rewind” ultima opera letteraria di Federica De Paolis, brillante insegnante di sceneggiatura dell’Istituto Europeo di Design che ha scritto per parecchi anni di cinema per riviste specializzate e si è occupata di dialoghi per i doppiaggi dei film.
Tre protagonisti, tre storie differenti, tre passati complicati tutti da scoprire e decifrare che si intrecciano in un perfetto copione. Sulla pellicola del tempo sono scanditi tre nomi: Zeno-Talila-Rocco.
Zeno è un broker veronese quarantenne, con un figlio di nove anni, divorziato dalla moglie in cerca di nuovi punti di riferimento nella sua vita. Durante un giorno di lavoro qualunque conosce Talila, addetta stampa di una casa cinematografica, desiderosa di investire una piccola somma di denaro. Tra i due scatta subito una sfrenata passione che li porterà ad una relazione complicata in cui Zeno cerca in tutti i modi di capire il passato oscuro e incognito dell’affascinante donna. Non si fa in tempo a capire la psicologia e l’evoluzione che Zeno ha avuto nel capitolo dedicato a lui che la pellicola si riavvolge e ci porta indietro di sette anni e la protagonista in questione è Talila. Talila è una donna bellissima, intelligente con un ottimo lavoro. Si innamora di Rocco e con lui intraprende una storia travagliata che conclude con un cocente e soffocante abbandono. Il trauma la spinge in una sorta di depressione che si manifesta con una violenta e incessante voglia di concedersi a qualsiasi uomo le si presenti davanti. Ancora una volta, proprio nel momento in cui la protagonista riesce a riemergere da questa dipendenza e il lettore capisce i motivi che hanno spinto la protagonista a comportarsi in quel modo, la pellicola si riavvolge nuovamente e ci offre l’ultimo protagonista: Rocco. Giovane artista, con grandi sogni nel cassetto ma con un immenso vuoto interiore, Rocco intraprende un viaggio che lo porta da Londra in Brasile e in India assieme a due suoi cari amici: Michael e Ana. I tre ragazzi hanno in comune lo scopo di questo viaggio: scappare da un passato doloroso che li ha tremendamente colpiti nella mente e nel cuore e che cercherà di farli implodere nel presente.
Un romanzo assolutamente ben assemblato in cui la psicologia e il pensiero dei tre protagonisti sono studiati nei minimi particolari. I finali dei tre capitoli e le motivazioni che spingono i protagonisti a comportarsi in un certo modo sono tutti da scoprire! Come è da scoprire l’ambizioso e interessante meccanismo narrativo che Federica De Paolis ha utilizzato in Rewind.
“Le nostre storie non finiscono mai, siamo la somma dei nostri amori, ci fanno andare avanti, retrocedere, è il passato che ci muove!”
La visione della vita porta a due differenti modi di essere: coloro che sono costantemente rivolti al futuro e vivono il presente con un occhio ben orientato verso l’orizzonte e coloro che, invece, vivono il presente con un occhio rivolto al passato. Entrambi i modi di vedere, però, hanno come minimo comun divisore il fatto che il passato con i suoi traumi, dolori ed emozioni piacevoli condiziona inevitabilmente e inconsciamente il presente e il futuro.
“Le storie sono questo, un susseguirsi di reazioni, un rinnovarsi in un individuo completamente diverso da quello precedente, un essere umano che ti libera da certe ossessioni nelle quali ti sei rotolato per un bel po’”
L’autrice, con questo romanzo, non vuole imprimere nel lettore l’idea che il passato, seppur ingombrante, debba essere necessariamente un peso per il presente. Questo lo diventa solo nel momento in cui il protagonista decide di non reagire o di contorcersi costantemente nei suoi traumi. Solo nel momento in cui si decide di affrontare la vita da protagonisti, di superare i propri scogli interiori e si è disposti al cambiamento ecco che il passato diventa uno strumento indispensabile e prezioso.
Recensione di Stefano Carboni
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