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L’esperienza tragica sta nel finito/limite del non vedere/conoscere/fare ciò che non possiamo vedere/conoscere/fare: l’ineffettuale. Leopardi moltiplica gli assoluti, distruggendo l’idea astratta ed antecedente al bene/male, vero/falso, perfetto/imperfetto.. La politica media con l’opinione dove risolve l’immaginazione, contestando una verità di fatto reinventabile: la menzogna è defattualizzazione della realtà (Arendt). Lenta distruzione del senso di discernimento pubblico che assume un aspetto stocastico e attuariale, l’immagine produce e distrugge la realtà: la doxa è phantasia? La soggettività divenuta plurale senza più rappresentanza. Noi vediamo come in uno specchio, enigma; ma allora vedremo faccia a faccia (Agostino):la chiacchiera diventa verità.I would prefer not to è contro-effettuazione possibile:non si fa quello che non si può fare(differenza tra storia umana/filosofica). Siamo ai piani di immanenza non cronologia delle cose dove la relazione concetto-essere conduce all’aporia della realizzazione. La creazione di concetti scavalca il presente, il divenire è il concetto.L’eccedenza è paradossale valorizzazione del lavoro vivo per mezzo dell’assoggettamento dell’intera esistenza:nella confusione Politico/Economico: passaggio alla determinazione ontoermeneutica. La moltitudo (irrapresentabile) non è il popolo come sola volontà:linea assolutistica, diversa da quella democratica. Nel “fra” del conoscere/non conoscere sta una pseudès doxa (una allodoxia) cambiare uno per l’altro. L'’oggetto della doxa è molteplice: paideia, discussioni, non concetti. Serve un “fuori” nell’eterogenesi che dice l’evento. La differenza è relazione mutua: la malattia è un punto di vista sulla salute e viceversa.L’individuo coglie se stesso come evento che con esso ha luogo (la baconiana tela bianca).Il tragico è affermazione del molteplice, logica della pura affermazione: l’evento significa liberare, volere “qualcosa in ciò che accade”(etica e responsabilità).
L’esperienza tragica sta nel finito/limite del non vedere/conoscere/fare ciò che non possiamo vedere/conoscere/fare: l’ineffettuale. Leopardi moltiplica gli assoluti, distruggendo l’idea astratta ed antecedente al bene/male, vero/falso, perfetto/imperfetto.. La politica media con l’opinione dove risolve l’immaginazione, contestando una verità di fatto reinventabile: la menzogna è defattualizzazione della realtà (Arendt). Lenta distruzione del senso di discernimento pubblico che assume un aspetto stocastico e attuariale, l’immagine produce e distrugge la realtà: la doxa è phantasia? La soggettività divenuta plurale senza più rappresentanza. Noi vediamo come in uno specchio, enigma; ma allora vedremo faccia a faccia (Agostino):la chiacchiera diventa verità.I would prefer not to è contro-effettuazione possibile:non si fa quello che non si può fare(differenza tra storia umana/filosofica). Siamo ai piani di immanenza non cronologia delle cose dove la relazione concetto-essere conduce all’aporia della realizzazione. La creazione di concetti scavalca il presente, il divenire è il concetto.L’eccedenza è paradossale valorizzazione del lavoro vivo per mezzo dell’assoggettamento dell’intera esistenza:nella confusione Politico/Economico: passaggio alla determinazione ontoermeneutica. La moltitudo (irrapresentabile) non è il popolo come sola volontà:linea assolutistica, diversa da quella democratica. Nel “fra” del conoscere/non conoscere sta una pseudès doxa (una allodoxia) cambiare uno per l’altro. L'’oggetto della doxa è molteplice: paideia, discussioni, non concetti. Serve un “fuori” nell’eterogenesi che dice l’evento. La differenza è relazione mutua: la malattia è un punto di vista sulla salute e viceversa.L’individuo coglie se stesso come evento che con esso ha luogo (la baconiana tela bianca).Il tragico è affermazione del molteplice, logica della pura affermazione: l’evento significa liberare, volere “qualcosa in ciò che accade”(etica e responsabilità).
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