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Anno edizione: 2022
Anno edizione: 2022
In parte romanzo psicologico, in parte ghost story, Respira è un’esplorazione dell’ossessione – radicata nella domesticità coniugale – di essere fedeli all’amato e allo stesso tempo di sopravvivere al trauma della perdita.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Respira (La nave di Teseo, 2022) nuovo romanzo della scrittrice, super prolifica, Joyca Carol Oates riporta tra le pagine i temi più cari che la caratterizzano: i rapporti coniugali e il trauma della perdita. Del lutto. «Ma non c’è Gerard, non c’è la guida. Non c’è nessuno. Da sola stai tossendo, ansimando, ingoiando acqua. Acqua sporca che ti sale fino alle cosce, alla pancia, al petto. Acqua vorticosa, che ti fa perdere l’equilibrio. Scivoli, ti aggrappi al vuoto, cadi. Con tutte le forze che ti restano cerchi di sollevarti fuori dall’acqua ruggente-impazzita. In pochi minuti si è alzata di un metro e mezzo, hai giocato d’azzardo e hai perso. Sei una stupida gringa, morirai in questo posto sperduto. Poco lontano, anche il Rio de Piedras si sta alzando, di qualche dito, di qualche spanna. Pioggia a scrosci violenti, che esplode dal cielo. Ti senti mancare, esausta. Gli arti appesantiti dalla fatica. Stai perdendo i sensi. Stai perdendo il vivace sfavillante filo di te stessa. La vita che è stata te fin dalla nascita, la stai perdendo, quella vita si sta affievolendo, sfarfalla, soffoca, annega. Cerchi di sollevarti con erculeo sforzo, ogni molecola del tuo essere spinge per vivere ma – le tue forze non sono sufficienti. E poi, incredibilmente, sei in piedi – un’altra volta, in piedi – proprio mentre i tuoi piedi vengono trascinati via sotto di te; proprio mentre ti aggrappi a una roccia per tirarti su. Perché niente conta se non il fatto che riesci a respirare – Respira! Proprio mentre una perfida ondata d’acqua ti colpisce come un amante violento, ti scaraventa contro le rocce. Il tuo cranio si apre come un guscio d’uovo. Il tuo cervello esonda insieme al sangue nero di arterie esplose. Il tuo ultimo grido è strozzato, impercettibile – Aiutami! Aiutami, Gerard! – ma non c’è nessuno. In questo istante annientata. Andata».
Un singulto di disperazione. Un imperativo che vuole quasi annientare la morte certa imminente. Una esortazione fatta a sé stessa. 'Respira!' ripete Michela, al marito moribondo. Un cancro, metastasi di disperazione si ripetono su queste stesse frasi troncate di netto, che il respiro lo squarciano. Joyce Carol Oates non è mai stata una scrittrice disimpegnata e Respira, scritto il memoria del defunto marito Charlie Gross, è un romanzo che potrebbe infastidire più di altri. Questo perché tratta una tematica che fa male, senza tenere riserbo su dettagli che riguardano la malattia. 'Respira' è l'esortazione che Michela ripete al marito Gerard McManus, malato terminale. Un trasferimento dal Massachusetts al New Mexico, la borsa di studio all'Institute for Advanced Research, il cancro dapprima creduto polmonite, poi le esortazioni affannate. Un soliloquio che si estende lungo quattrocento pagine facendo la spola tra il momento stesso in cui Charlie sta morendo e stralci di vita antecedente. È proprio questo che potrebbe infastidire, questi soliloqui della moglie disperata, che poi si trasformano in deliri annacquati di presenze fantasmiche, le stesse che rendono chiaroscura l'abitazione di Gerard e Michela. Oates non ha risparmiato nulla, per cui devo redarguire chi è troppo sensibile. In queste pagine dettagli su medicine, veglia, stati maniacali di chi sta perdendo un affetto caro, parole come lame e frasi contundenti, tanto brevi e asettiche quanto profonde. Così mentre Gerard è annichilito dagli oppiacei Michela in preda al delirio si riversa su altre possibilità che hanno a che fare su altre possibili vite, sfociando in una sfumatura gotica contemporanea, senza tralasciare altre tematiche quali stUpro e accettazione in ambienti differenti da quelli originari. Devo essere sincera e scrivervi che questo tipo di scrittura non mi ha presa del tutto, il mio grande amore, perdonate il gioco di parole, resta 'Sorella, mio unico amore', Oates colpisce sempre e comunque.
Recensioni
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