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Il reparto n.6, che "ha un'aria particolare di squallore e di dannazione, che da noi in Russia è una prerogativa degli stabilimenti ospedaliari e carcerari", è collocato nel perimetro dell'ospedale, Questo padiglione malridotto e maleodorante, regno di scarafaggi, cimici e topi, è riservato ai mentecatti: cinque in tutto. Tra questi vi è Ivan Dmitric Gromov, un giovane trentenne che soffre di mania di persecuzione. E' una persona intelligente, colta e ha frequentato l'università senza laurearsi. Tra lui e il medico Andrej Efimyc, poco amante del suo lavoro ma amante della lettura, si instaura un dialogo in cui i due discutono di filosofia, ma anche di pazzia. Dice Ivan Dmitric: "Sì, sarò malato. Ma ci sono, nevvero? diecine, centinaia di pazzi che girano in libertà, per la ragione che la vostra ignoranza è incapace di distinguerli dai sani. O perché mai, dunque, io e quest'altri disgraziati dobbiamo star rinchiusi qui dentro per conto di tutti, e come capi espiatorii? Voi, l'assistente, l'ispettore e tutta la vostra feccia ospedaliera, siete, dal punto di vista morale, senza paragone più in basso che ciascuno di noi: perché dunque noi stiam rinchiusi, e voialtri no? Dove sta la logica?" Un racconto bellissimo.
Capolavoro della maturità di Čechov, scritto nel 1892. Nei suoi lavori troviamo sempre storie semplici, ma acute e penetranti. È il caso di questo racconto, che ci porta all'interno del reparto n. 6 di un ospedale pubblico, in cui sono rinchiusi i malati di mente. È un luogo fatiscente, abbandonato a sé stesso, i cui regnano la sporcizia e la violenza. Due le chiavi di lettura: da una parte la denuncia delle istituzioni sanitarie corrotte e degradate, che non si prende cura dei malati; dall'altro la critica contro le ingiustizie della società russa, meschina e ottusa, e l'impero zarista giunto ormai al tramonto. Su tutto lo stile di Čechov, quel modo di scrivere che lo scrittore e suo amico Tolstoj paragonò alle pennellate dei pittori impressionisti, che offrono "un quadro chiaro e indiscutibile" sullo stato delle cose. Straordinaria è la sua capacità di indagare l'animo umano e vivide sono le descrizioni dei luoghi "Sì, malato. Però decine, centinaia di pazzi passeggiano in libertà perché la vostra ignoranza è incapace di distinguerli dai sani. E perché invece io e questi disgraziati dobbiamo stare qui per tutti, come capri espiatori? Voi, aiuto-chirurgo, l'economo e tutto il canagliume dell'ospedale, dal punto di vista morale siete infinitamente più bassi di ognuno di noi; perché dunque noi stiamo qui e voi no? Dov'è la logica?"
Piccola lettura interessante.
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