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Anno edizione: 2019
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"Storia vecchia, dunque. Eppure c'è qualcosa di diverso e di nuovo." Leggendo questo diario di un anno di vita come professore, mi vien da pensare questo, appunto. Parlare di scuola, dei suoi limiti ma anche degli sforzi profusi da chi in essa crede, fa emergere questa riflessione. Amara: sono passati molti anni dal 1999, eppure tanti difetti, conflittualità e problematiche descritte da Onofri sono ancora attuali. Del resto, la scuola è cambiata, o perlomeno le varie riforme dei vari governi cercano di dare una svolta: ad esempio nell'ambito della valutazione. Una lettura interessante, da cui scaturisce la passione dell'autore per il suo lavoro e i suoi ragazzi.
Onofri insegna a Pomezia, nella periferia della capitale, in un luogo e in un contesto sociale ed umano dove la scuola è una delle molte frontiere per far crescere meglio i giovani. La domanda che torna spesso - è citata tre volte nel testo - è con quale motivazione noi che abbiamo certi valori, una certa cultura, una certa identità civica possiamo imporre questi elementi a chi non è in grado per ragioni sociali, economiche e culturali di cogliere il valore di questi elementi. La risposta è con nessuna motivazione; nell'assenza di una vera motivazione, nella percezione di una sorta di prevaricazione nel volere volgere al bene e al meglio le nuove generazioni "sole e bisognose di ascolto" c'è tutta la ragione di una professione. Una professione che Onofri dimostra di amare e di saper interpretare con grande cura.
Questo libro riporta due storie: una all'interno delle sue pagine, un'altra invece "all'esterno" e racconta come questo libro ha preso forma. Onofri, morto prematuramente, di cose da dire ne aveva ancora molte e lo percepiamo immergendoci in queste - purtroppo - poche pagine. Emergono le paure del docente e dei suoi studenti, le dinamiche di classe, dentro e fuori dall'aula e tutto quell'universo amato e odiato della scuola di periferia. In una delle righe più profonde, l'autore si domanda se « non sto insegnando loro la mia incapacità di adattamento ala realtà, una diserzione dal tempo, una sconfitta»; in una sola frase emerge in tutta la sua fragilità il docente che si mette a nudo e si scopre uomo, consapevole però della forza che deve avere per guidare i giovani che lo seguono. CONSIGLIATISSIMO.
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