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Originariamente pensato come doppio album, Red Rose Speedway vede al suo interno brani composti durante la lavorazione di Ram e un lungo medley finale di chiaro stampo beatlesiano. Brano di punta del disco è la splendida ballata “My Love” che, come dice il nome, è un’altra dedica alla moglie Linda (“Don't ever ask me why/ I never say goodbye to my love/ It's understood/ It's everywhere with my love/ And my love does it good”). La semplicità delle parole passa in secondo piano di fronte alla potenza della melodia e alla bellezza dell’arrangiamento a base di pianoforte e archi. Altro pezzo interessantissimo è “Big Barn Bed” che, a fronte di liriche ripetitive e improntate al nonsense (“Who's that coming round that corner, will it be my friend/ Keep on sleeping in a big barn bed/ Keep on sleeping in a big barn bed”), presenta un arrangiamento rock di notevole impatto e armonie vocali splendidamente eseguite. La gradevolissima “Only One More Kiss”, caratterizzata da un testo di facile presa (“Only one more kiss/ I didn't mean to hurt you little girl/ Let's make it one to remember/ only one more kiss”) e un ritmo velatamente country fa da contraltare a brani vagamente onirici e delicati, quali “Little Lamb Dragonfly”, “Single Pidgeon” e “When The Night”. La zampata finale McCartney la fornisce nel medley di chiusura, composto da ben quattro brani “Hold Me Tight”, “Lazy Dynamite”, “Hands Of Love” e “Power Cut”, che rappresenta un vero gioiello pop, grazie alla sua complessa e caleidoscopica tessitura musicale. Completato agli Olympic Studios di Londra, Red Rose Speedway è il disco della consacrazione. Pubblicato il 4 maggio 1973, raggiunge il primo posto negli Usa e il quinto nel Regno Unito. L’unanime successo di pubblico è dovuto alla presenza di materiale veramente valido e non solo all’effetto-traino di un singolo spacca-classifiche. La produzione accurata e il sapiente tocco di un ingegnere del suono quale Alan Parsons fanno il resto. Le recensioni forniscono ancora
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