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Anno edizione: 2013
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Per capire la nostra società e in che mondo viviamo bisogna leggere il libro di F.D'agostini "Realismo ".Non studio Filosofia anche se mi piace sfogliare ancora Abbagnano -Fornero di memoria liceale e seguire i dibattiti sulla Filosofia contemporanea. Certo si resta perplessi,per un quasi profano, leggere affermazioni come "Niectzsche leggendo affrettatamente Schopenhauer interpreti il Kantismo come realismo metafisico (una versione che M. Ferraris si ostina a considerare canonica.) Possibile una cosa del genere ? Allora è vero anche il berlusconismo (giudici comunisti) come i nazisti benaltristi. Concetti come il (parassitismo critico di Ferraris,furto intellettuale ancora più grave se poi i furti si esprimono in distorsioni per cui la buona idea viene "stultificata " ancora lo "Strawman,Trivialismo ,Paradigma di Rorty-Sokal metodologico ,finte polarizzazioni" come contare sull'apparenza,dunque "mentite purchè non vi scoprano." Ma questo è lo specchio della nostra società, incredibile a dirsi.Aria nuova e fresca si respira nella seconda parte del libro dove si fa vera Filosofia .Brava F. D'agostini,una voce limpida e sincera che dice le cose come stanno senza peli sulla lingua.Certo non sono in grado di giudicare la polemica quasi violenta con F. Ferraris, Vattimo, Derrida forse da evitare ma il libro comunque va letto a prescindere .angelo raffaele tamburrino
Finalmente non solo un libro sulla filosofia, ma un libro che la filosofia la "fa": un libro che non si limita a parlare ma che "pensa". Mi permetto di dissentire dal commento precedente. Certo Franca D'Agostini non nasconde, ed anzi ribadisce con forza fino alle ultime pagine, le sue perplessità circa il "nuovo realismo" di Maurizio Ferraris: ma questa (legittima) intenzione critica non toglie nulla alla profondità del saggio, che non si riduce affatto ad un mero esercizio polemico. Il suo obiettivo è invece quello di chiarire che cosa significhi oggi essere "realisti" in filosofia, cercando però nello stesso tempo di distinguere bene i "realismi realmente nuovi" da quelli che lo sono soltanto di nome. In effetti non v'è dubbio che oggi la filosofia non ha più alcun motivo di rivendicare il proprio "realismo" contro un presunto "anti-realismo" che si aggirerebbe (secondo Ferraris) come uno spettro tra i vari settori della cultura. Anzi, come D'Agostini segnala acutamente, oggi assistiamo semmai alla tendenza opposta: ad una diffusione e circolazione planetaria del sapere che se, da un lato, è al servizio del sistema mass-mediatico, dall'altro consente una comprensione sempre più vasta e allargata (democratica) della "realtà". In questo quadro un ruolo determinante gioca senz'altro anche la nuova alleanza tra filosofia e scienza, cominciata già a partire dagli anni Ottanta dello scorso secolo: con la crisi filosofica del paradigma postmoderno e, parallelamente, la crisi scientifica del paradigma determinista, scienza e filosofia sono tornate da tempo a comunicare e a scambiarsi teorie e concetti per definire cosa sia "reale" (e cosa no). Per tutti questi motivi (e per molti altri) l'ultimo libro di Franca D'Agostini sul realismo è consigliato non solo agli studenti, agli studiosi e agli addetti ai lavori, ma a tutti coloro che ancora pensano che una conoscenza delle cose è possibile e, soprattutto, sempre auspicabile.
Seguo con attenzione il dibattito sul nuovo realismo perché, come tanti, trovo che le derive ermeneutiche degli ultimi anni abbiano fatto male alla filosofia, e non solo. Quest'ultimo libro di Franca D'Agostini, intellettuale che ho conosciuto attraverso i suoi interventi sui frequenti interventi sui giornali e durante qualche incontro pubblico, riduce di molto il discorso sul realismo filosofico. Il libro infatti, che personalmente ho acquistato pensando di trovare in esso una analisi approfondita delle ragioni dei realisti, si presenta invece come un attacco al nuovo realismo e a Maurizio Ferraris, e più che dalla 'perizia discussiva' sembra essere guidato dal risentimento.
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