L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Conosco bene questa storia e, anzi, alle scuole medie inferiori la mia classe girò anche un film tratto da questo romanzo. La storia è apparentemente edificante (il vero eroe è il più umile e maltrattato) ma in realtà non è così. Il guerreggiare dei bambini è odioso ed il riecheggiare dei valori estrapolati da campo di battaglia anche sul campo delle dispute infantili mi getta nello sconforto.
Ho letto questa storia all'età di dieci anni. Era uno dei miei primi libri. Non riuscivo a capire in che periodo fosse ambientato il racconto e nemmeno quale fosse la città teatro della storia. Tuttavia, ricordo perfettamente quei compagni di giuoco. Giovanni Boka era il leader che stimavo, l'amico che desideravo nella solitudine estiva di quegli anni in cui tutto era scoperta e voglia di conoscere. Forse in me c'era qualcosa del piccolo Ernesto Nemecsek, fragile e poco coraggioso. Non era necessario immaginare i luoghi di quelle appassionanti battaglie e di quelle pericolosissime missioni: quei posti li conoscevo bene, li vedevo, li frequentavo nei pomeriggi votati a qualche fantasioso passatempo con dei crudeli amici, che erano, sì cattivi e crudeli come la squadra delle famigerate Camicie Rosse, ma non così ingegnosi e geniali. Ricordo perfettamente che la mia scuola elementare - un edificio degli anni trenta, tanto imponente quanto freddo - era identica a quella del racconto. Lo stucco delle finestre non l'ho mai masticato e non immagino nemmeno che sapore abbia, però posso dire di comprendere quanto fosse duro custodire un segreto e sopportare le ingiurie a costo di difenderlo. Qualche piccolo segreto era lo stucco che custodivamo in pochi nelle stradine sterrate. Poi vi era il campo di battaglia. Io lo conoscevo a menadito. Certo, più che tirare le bombe di sabbia ai nemici, lo usavamo per i gavettoni o per giocare le interminabili partite di pallone. Non avevo un laghetto, dove tirare i sassi. Avevamo però i limoni da mangiare o tirare. Anch'io avevo paura dei fratelli Pásztor, figure inquietanti e inique, dotati di forza sovraumana. Non ho mai sopportato i tipi come Desiderio Geréb, invidiosi e doppiogiochisti, sempre pronti ad annotare tutto nel libro nero e pianger ostentando un pentimento. Molnár forse era sincero quando scriveva del pentimento di Geréb, ma io rimango diffidente.
Libro breve ma molto intenso. Non lo farei leggere a dei bambini perché l'ho trovato molto triste e il finale non lascia un briciolo di speranza La vita non è facile , si sa , ma perché leggere libri così tristi se già la realtà che ci circonda è piena di eventi tragici ? Personalmente preferisco testi che ,leggendoli, offrano la possibilità di sentirsi bene, rinfrancati non desolati come è successo quando ho terminato questo volumetto
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore