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Anno edizione: 2015
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Il sottotitolo " Come l'Italia entrò in guerra" ricalca il celebrato e recente lavoro di Chistopher Clark " I sonnambuli. Come l'Europa arrivò alla Grande Guerra" , pur non avendo le stesse ambizioni di profondità descrittiva. Qui siamo comunque di fronte ad un lavoro molto ben calibrato che fa piena luce, a mio avviso, su quei fondamentali dieci mesi, in particolare gli ultimi quattro, in cui l' Italia decise la partecipazione alla Grande guerra. In realtà non l' Italia ma due uomini, Antonio Salandra e Sidney Sonnino furono, quasi in segretezza, gli artefici della scelta geopolitica dell' entrata in guerra; il Re ne fu il ratificatore passivo ma consenziente e D'Annunzio il propagandista, nella veste di agitatore della piazza a Roma nel maggio del '15. Come nell' opera di Clark ma, ripeto, più in piccolo, vengono ripercorse le modalità con cui i responsabili politici maturarono le scelte, le portarono avanti e ne concretizzarono gli esiti, pur tra dubbi e ripensamenti, ma anche tra inganni e dissimulazioni, in un gioco la cui posta non era del tutto chiara. Anche qui, come più in grande nel luglio del '14, si ha la sensazione che gli artefici della scelta bellica abbiano messo in moto un meccanismo del cui controllo non sono sicuri. Il libro fa riferimento anche a questioni poco note come i contatti diretti e indiretti tra le autorità italiane da un lato e quelle serbe e romene dall'altro, nelle settimane antecedenti l'entrata in guerra; a completamento di un quadro generale che riserva le valutazioni più interessanti ai risvolti di politica interna che le settimane del Radioso Maggio hanno prodotto, soprattutto per gli anni a venire.
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