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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2020
Memorie incomplete, conflittuali, irrisolte, che si incontrano in un racconto asciutto e struggente che, senza retorica, ricostruisce la verità storica e insieme tutta l'umana piccolezza di quelle vite perdute durante l'eccidio delle Fosse Ardeatine.
«Viviamo tempi che spingono a chiudere le porte, a isolarsi e a dimenticare, ed è proprio questa cappa che Ascanio squarcia» - Mario Martone
La maggior parte delle strade dedicate ai morti delle Ardeatine si trova in periferia. Perché da lí venivano tanti degli antifascisti giustiziati. Spesso in quelle strade ci sono anche delle targhe. Ognuna di loro porta scritto un nome – Antonio, Giovanni, Pasquale – e racconta qualcosa di importante, qualcosa che si dovrebbe ricordare. Passandoci accanto distratti si può però pensare raccontino una storia corta come un trafiletto nei libri di scuola. Ma se la stessa storia la si ascolta invece dalla voce della sorella di Antonio, del padre di Pasquale o della moglie di Giovanni, allora si trasforma in una vicenda iniziata il 24 marzo del 1944 che non potrà finire finché qualcuno ne avrà il ricordo. Da queste memorie senza fine parte Ascanio Celestini per ricostruire l'azione di via Rasella e la rappresaglia nazista che la seguí. Sono memorie incomplete, conflittuali, irrisolte, che si incontrano in un racconto asciutto e struggente che, senza retorica, ricostruisce la verità storica e insieme tutta l'umana piccolezza di quelle vite perdute. Completano il volume un saggio di Alessandro Portelli, una nota di Mario Martone e le foto di Chiara Pasqualini.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Il libro è la trascrizione dello spettacolo teatrale che Celestini ha tratto dal libro di Portelli "L'ordine è già stato eseguito", adattandolo e arricchendolo con racconti famigliari del padre e del nonno, inventando poi la figura della "bassetta", una popolana romana con cui dialoga. Ho apprezzato di più il libro dello spettacolo perchè ho potuto riflettere meglio sui diversi passaggi. Celestini infatti, nello spettacolo, parla in modo estremamente veloce cosa che, alla lunga, ho trovato fastidiosa e stucchevole.
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