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Decisamente un ottimo film. Primo, perchè ha un cast eccezionale; secondo, perchè è una storia davvero iteressante e piena di significato; terzo, perchè ci trovi delle meravigliose, stupende canzoni e musiche; e quarto, perchè ti riesce a tenere incollato allo schermo con anche momenti divertenti, ma che non perdono il loro sfondo significativo (tranne per quanto concerne la canzone dei due cawboy, eh!).
Il testamento di Robert Altman, non leggibile immediatamente, ma che viene carpito a suo tempo. A PRARIE HOME COMPANION è soprattutto un film sulla morte, non solo fisica, quindi di persone che ci stanno intorno, ma anche dello show stesso. Potrebbe essere visto come il passaggio dal business tradizionale a quello ultramoderno, la morte di due mura di cartapesta che per radio non si riescono assolutamente ad avvertire, per far largo a mura di plexiglass e ai reality show odierni. Il messaggio di fondo quindi risulta intelligente e sensato (il finale rimane sospeso, col dubbio su chi si porterà via stavolta l'angelo della morte). Quello che provoca forti dubbi è il poter portare avanti una narrazione corale che francamente risulta interessante a metà, che viene spezzata dai bellissimi traditional e spiritual bluegrass (con tanto di arguti ed efficaci sottotitoli), il dover seguire un film di dialoghi, magari con piccole tracce nascoste e incastonate tra le linee, in cui si rischia un certo assopimento, piuttosto che un interesse cinematografico. Altman (con la collaborazione di Paul Thomas Anderson) si prodiga in splendidi piano-sequenza e in interpretazioni di livello (sempre ottimo Kline, così come la Streep e Lily Tomlin, ma cercare la punta di diamante risulta difficilissimo) ma, come già detto, la tecnica e la narrativa non sempre vanno di pari passo; per essere un film ambientato totalmente dietro e davanti le quinte di uno show, a volte lascia a desiderare nel concetto emotivo, si aggira con classe tra i camerini ma estrapola la vena artistica scemandola in conversazioni quasi da salotto, stancamente e a volte in maniera fredda e patinata. Splendida la colonna sonora (da evidenziare il duetto Harrelson-Reilly nella performance di "Bad Jokes", divisa tra musica e barzellette). Però alla fine abbiamo un testamento, si, il cui messaggio è forte e sentito, ma che si nasconde dietro i fotogrammi di un film leggermente scialbo, di mancanze emotive.
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