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Poeti, giornalisti, artisti, musicisti, insegnanti, scienziati, traduttori: gli scrittori che abitano queste pagine rappresentano tante sfaccettature della società italiana. Ne esce un libro raro e affascinante rivolto a un’ampia gamma di lettori.
«La raccolta risplende fulgida e peculiare come una costellazione, risuonando di vite del secolo scorso» - Tiziana Lo Porto, Il Venerdì
«A cosa serve, poi, la letteratura» si chiede Jhumpa Lahiri «se non ad accogliere chiunque abbia la curiosità e la voglia di affrontarla?»
Questa raccolta è frutto di un’immersione appassionata nella nostra letteratura contemporanea, in particolare in una tradizione radicata, quella del racconto, che ci ha consegnato risultati straordinari, unici. Spinta dall’amore per la lingua italiana, indissolubilmente legato alla sua identità di scrittrice e di studiosa, Jhumpa Lahiri ha dato vita a un’antologia personale, di forte valore autoriale, che riunisce una grande varietà di temi e di stili. Il suo approccio dinamico e vivo nasce da un atteggiamento di scoperta e riscoperta, da un’attenzione alle voci femminili, agli autori trascurati e a quelli che hanno interpretato con virtuosismo la forma breve. A nomi indiscutibili e tuttora presenti nel nostro panorama se ne accostano altri rilevanti ma che sembrano quasi usciti dal discorso letterario, fino a vere e proprie riproposte. Poeti, giornalisti, artisti, musicisti, insegnanti, scienziati, traduttori: gli scrittori che abitano queste pagine rappresentano tante sfaccettature della società italiana, raccontando, con le loro voci originali, paesaggi, emozioni, eventi diversi. Ne esce un libro raro e affascinante rivolto a un’ampia gamma di lettori. «A cosa serve, poi, la letteratura» si chiede Jhumpa Lahiri «se non ad accogliere chiunque abbia la curiosità e la voglia di affrontarla?»Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questa antologia di Racconti italiani è tra le più varie e interessanti uscite negli ultimi decenni sul territorio nazionale. Raccoglie quaranta autori, di cui undici donne, che appartengono tutti al Gotha della nostra letteratura, anche se di alcuni di loro oggi rimane purtroppo scarsa memoria. Si va dal più antico, il classicissimo Giovanni Verga (1840-1922), rappresentato da una novella ambientata ad Aci-Trezza, premessa introduttiva a I Malavoglia, al più recente Antonio Tabucchi (1943-2012), riproposto con una storia che travalica i confini spazio-temporali, situandosi tra la nostalgia del déjà-vu e la speranza di un futuro solo ipotizzabile. Ma troviamo anche un’allusiva Lalla Romano che lambisce le tentazioni erotiche di una villeggiante borghese, un asciutto Elio Vittorini che fa dialogare due personaggi sulla presenza aleatoria di un’enigmatica figura femminile, un originale Massimo Bontempelli che addirittura riesce a trasportare il mar Tirreno nel suo appartamento romano, un surreale Alberto Savinio umanizzante oggetti e arredamenti domestici. Possiamo rileggere commossi lo splendido racconto di Anna Maria Ortese “Un paio di occhiali”, la raffinata Cristina Campo, la severa Elsa Morante, il cerebrale Italo Calvino, l’arrabbiato Beppe Fenoglio, il caustico Giovanni Arpino, il tenero Carlo Cassola, il beffardo Flaiano. Audacemente oscillanti tra l’avanguardia, il tragico e il grottesco sono gli scritti di Landolfi, Gadda, Manganelli, e magistralmente raffinato quello di Tomasi di Lampedusa. Una molteplicità di forme e contenuti, di ideologie e caratteri individuali, che si prestano a soddisfare i gusti di ogni tipo di pubblico. Jhumpa Lahiri li introduce attraverso un sintetico ritratto di ogni autore, e un breve commento personale. Il volume si conclude con un’utile tavola sinottica che scandisce la cronologia dei principali avvenimenti storici e letterari succedutisi in Italia dal 1840 al primo decennio del 2000.
La letteratura italiana del XX secolo filtrata attraverso la lente di un'italiana di adozione ma dalle origini lontanissime. Nata a Londra da famiglia indiana, cittadina statunitense, ama molto il nostro paese e la nostra lingua tanto da aver iniziato a scrivere in italiano. I 40 racconti selezionati da Jhumpa Lahiri rappresentano uno spaccato molto interessante di come un occhio attento, ma tutto sommato esterno rispetto alla nostra cultura, possa rileggere l'eredità del nostro secolo breve. Accanto ad autori indiscussi e indiscutibili ne troviamo altri sicuramente meno scontati come ad esempio il surreale Tommaso Landolfi. L'ombra del fascismo e della guerra incombono su molti dei racconti proposti. Altro elemento centrale è rappresentato dalla lotta dell'individuo contro i regimi che cercano di normalizzare, appiattire, fagocitare ogni elemento di differenza... ogni germe di pensiero autonomo. Ringraziamo Jhumpa Lahiri per questo atto d'amore verso il nostro paese e non lasciamo cadere l'invito a riscoprire attraverso questi 40 grandi scrittori la nostra identità.
Dissento rispetto alla precedente recensione, questa raccolta di racconti risente in modo eccessivo della sensibilità letteraria della curatrice? ovviamente si, e non potrebbe essere altrimenti, ogni curatore in fondo imprime la sua impronta su una silloge antologica di autori vari. Senso di alienazione? Malinconia? Straniamento? Per fortuna l'atmosfera generale è proprio questa, almeno per quanto concerne i miei gusti. Chi sono i grandi autori presenti in questa raccolta a parte Tomasi di Lampedusa? Sono davvero tanti a prescindere dal successo editoriale, penso ad esempio a un grande come Landolfi, presente nell'antologia con uno dei suoi migliori racconti, "Storia di Maria Giuseppa", o Savinio, con il suo mirabile "Bago", l'armadio senziente, e poi Manganelli, la Campo, Moravia e tante altre bellissime storie. Ottimo il formato, la rilegatura e la curatela, questi splendidi racconti non sono per nulla inferiori se messi a paragone con quelli di ben più celebrati scrittori stranieri. La storia della nostra letteratura (anche quella fantastica) non teme alcun confronto con quella di ogni altro paese.
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