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Libro da regalare assolutamente ai propri figli. Lettura piacevole assicurata.
Un libro davvero gustoso e variopinto. Un tris di racconti che mette l’allegria e che vola via senza nemmeno che il lettore se ne accorga. Interessante l’interazione che l’autrice sottolinea non solo tra specie diverse di insetti e “abitanti del sottobosco”, che possiamo suddividere in buoni o cattivi a seconda dei casi, ma anche tra l’uomo e questi deliziosi animaletti che, per la maggior parte delle volte a nostra insaputa, popolano la nostra vita. L’autrice Silvia Ganzitti tende a sottolineare in questi racconti principi e doveri molto importanti nella società odierna, a partire dal senso del dovere (come le piccole formichine nella fiaba di Orazio e Beatrice), fino al senso della giustizia (che è egregiamente personificato da Linda Formica nel racconto Mistero nel sottobosco). Viene dato spazio anche ai sentimenti come l’amore, che avvicina specie diverse (ad esempio Lucciola Lucilla e Scipione Ragno Africano nel Mistero nel sottobosco, oppure quello tra la stupenda farfalla Beatrice e la laboriosa e amorevole formica Orazio) e l’amicizia (caso eclatante quello di Lucciola Lucilla e Sofia Coccinella). E’ bene che l’autrice tocchi questi argomenti nei suoi racconti, di modo che i bambini che leggono questi deliziosi racconti possano essere da subito sensibilizzati a questi argomenti. E naturalmente leggendo queste piccole storie non può non affiorare un sorriso. Davvero un ottimo lavoro.
La narrativa per l’infanzia riserva a volte delle vere e proprie sorprese, lavori adatti indubbiamente a dei bimbi, ma che riescono a soddisfare culturalmente anche gli adulti. Sono casi non frequenti in verità, ma Racconti dal sottobosco è uno di questi. Il pretesto per la narrazione di alcuni racconti è prettamente naturalistico: una passeggiata lungo un itinerario del Friuli precollinare, chiamato Ippovia del Cormôr, che segue il corso di un torrente in un paesaggio dolce e atto a suscitare fantasie. L’osservazione dell’ambiente, fatta in modo non superficiale, fa scoprire anche un microcosmo costituito dagli animaletti del sottobosco, esseri tutti con uguale dignità di vivere, in un contesto di raro equilibrio in cui è assente ancora l’intervento destabilizzatore dell’uomo. Nascono così le storie in cui si immaginano questi piccoli esseri simili agli umani e sono racconti che mirano da un lato ad avvicinare i bimbi al meraviglioso mondo della natura e dall’altro a fornire indirizzi comportamentali in cui prevale quella solidarietà che nel mondo attuale diventa sempre più rara. Diviso in tre parti, corrispondenti ad altrettante prose, il libro è costituito soprattutto dalla prima, di una sessantina di pagine, in cui la rappresentazione di questo microcosmo cela metaforicamente quella del nostro mondo, con esseri buoni e altri malvagi, come il mago scorpione Poisonio, che per il potere uccide, ma che poi farà una brutta fine. Nulla di diverso, quindi, dagli stilemi favolistici, in cui a prevalere, come dovrebbe essere, è sempre il bene, ma la capacità dell’autrice di destare simpatia per i protagonisti con piccoli tocchi, quasi sfumati, è indubbiamente di tutto rispetto. A ciò aggiungo che è un’opera scritta bene, in un italiano ricercato e più che corretto, circostanza non infrequente al giorno d’oggi, in cui l’uso della nostra lingua è spesso caratterizzato da un lessico ridotto, non di rado anche sgrammaticato. Racconti dal sottobosco è quindi un testo più che raccomandabile.
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