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L’ assurdo è solitamente associato a fenomeni singoli, eccezionali, estranei allo scorrere della quotidianità, e da essa marcatamente distinti. Ma cosa accade quando l’assurdo si addentra nel sistema sociale di un Paese e tocca tutte le sfere della vita pubblica e privata? Dalla lingua alla cultura, dall’arte alle tradizioni popolari, dal sistema politico alle leggi, la persistenza dell’assurdo emerge dalle commedie come un etere che risponde a leggi fisiche e logiche proprie, e nel suo essere nebuloso, intangibile e indefinito, avvolge e penetra ogni cosa. Il testo rivaluta il ruolo delle commedie cinematografiche e delle serie televisive della Repubblica Popolare Polacca (1945-1989), identificando in esse un elemento di coesione sociale e un efficace antidoto ai tentativi di indottrinamento culturale e politico del regime. Pur partendo dalla realtà polacca, le considerazioni e le conclusioni sulla condizione dell’uomo in uno Stato post-totalitario possono essere estese agli altri Paesi dell’ex blocco sovietico e a tutte quelle situazioni in cui l’identità della persona è minacciata.
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