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Un altro avvincente giallo della coppia Guccini- Macchiavelli con l’Appennino emiliano sullo sfondo e il loro tipico mix di suspense e tradizioni popolari.
«Sei nei guai, caro maresciallo, guai brutti» e raccontò delle brevi raffiche di mitra che il vento gli portava la sera, da un po' di tempo in qua. E di quelle, durate più a lungo, che gli erano arrivate la sera precedente il ritrovamento del cadavere. «Vengono dalle parti dello Spungone, caro il mio maresciallo.»
Appennino emiliano, 1970. Un ragazzo e una ragazza corrono nel bosco: indossano eskimo e clarks, hanno una macchina fotografica e un mitra. A inseguirli, uomini armati di Kalashnikov. Nella quiete della Ca’ Rossa, l’ex maresciallo Santovito sente delle raffiche di mitra. Non è la prima volta che accade sul monte Spungone, e ultimamente la pace di quei luoghi è turbata da altri strani accadimenti. Inoltre Santovito è sicuro che qualcuno lo stia spiando da tempo. Forse è Sotgiu, un pastore sardo che vive con il suo gregge in un rudere isolato. Oppure potrebbe essere Santissimo, un vecchio alcolizzato col vizio di molestare le donne che incontra. Mentre sopraggiunge la notte, una jeep militare appartenuta ai soldati americani durante la Seconda guerra mondiale si ferma davanti all’ospedale del paese, scarica un uomo gravemente ferito e riparte a tutta velocità. Il malcapitato muore poco dopo senza che si sappia niente di lui. Non ha documenti addosso, solo una tuta mimetica e pesanti stivali da parà. Pur essendo in pensione, Santovito si sente in dovere di indagare, per scoprire se tra i due avvenimenti possa esserci un legame.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho comprato questo libro per mia cugina a cui piace la scrittura di Francesco Guccini, senza leggere nemmeno la trama. Appena mi è arrivato però sono stata incuriosita e lo acquistato pure per me. Consigliato a chi piace il giallo. Lo trovo a dir poco fantastico
Mi piace l'atmosfera ricreata sulle montagne emiliano-toscane. I fatti narrati sono ben contestualizzati e verosimili. Poi c'è quell'atmosfera di cose semplici, naturali, di amicizia sincera che riconosco anche nei precedenti scritti di Guccini e i tante sue canzoni. Scritto in modo impeccabile e molto scorrevole,
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