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La questione sociale e il sentimento religioso - Jean Jaurès - copertina
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La questione sociale e il sentimento religioso - Jean Jaurès - copertina

Descrizione


Il volume contiene la traduzione in lingua italiana del manoscritto che Jean Jaurès elaborò nel 1891 con il titolo La question sociale et le sentiment religieux. Nell'Introduzione Aurelia Camparini fa emergere la convinzione per Jaurès che esistesse in Francia una stretta relazione fra l'affermarsi del socialismo e la rinascita del popolo rivoluzionario francese che avrebbe portato al progresso materiale e spirituale della nazione e del mondo intero. In primo piano è l'idea che alla coscienza e alle lotte delle élite del proletariato sostenute dalla borghesia lavoratrice si sarebbero collegati, in Parlamento e nel paese, i socialisti-filosofi e intellettuali, impegnati nell'opera di elaborazione teorica riguardante il socialismo. È il caso del Manoscritto in cui per la prima volta Jaurès delinea, da un lato, il confronto critico fra il nesso dispotismo-massificazione e la mistificazione culturale del potere, dall'altro, la controcultura socialista impregnata del vero "sentimento religioso" in una dimensione umanistica-storica e attuale (comprensiva della letteratura classica, del cristianesimo, dell'illuminismo francese, del pensiero di Marx). La Postfazione di Giovanni Carpinelli, La teologia di un vero credente, mette in luce l'originalità del socialista Jaurès sul terreno della fede cristiana: un atteggiamento spirituale capace di valorizzare e al tempo stesso rinnovare la religione con l'apporto di un linguaggio pertinente e appassionato.
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Dettagli

2010
21 giugno 2011
160 p., Brossura
9788856832518

Voce della critica

"Il problema morale e religioso è per noi in primo luogo un problema sociale", scrive Jean Jaurès in queste pagine del 1891. All'epoca è ancora consigliere a Tolosa, ma il pamphlet, sebbene incompiuto, è assai significativo. Come rileva, nell'introdurlo, Aurelia Camparini, esso propone "una precisa concezione della rivoluzione nazional-popolare", in sostanziale sintonia con i due più noti scritti successivi di Jaurès, Histoire socialiste de la Révolution française e L'Armée Nouvelle, oltre che con la conferenza La question religieuse et la question sociale, tenuta a Parigi nel 1906. Il popolo francese, un secolo addietro vittorioso portatore dell'idea rivoluzionaria, la più feconda mai concretizzatasi, si va, secondo Jaurès, risvegliando sotto l'egida socialista, per dischiudere al genere umano un nuovo periodo di progresso. Che egli scriva nell'estate del 1891 non è casuale. Nel maggio, infatti, Leone XIII ha pubblicato la Rerum Novarum, ma per l'esponente socialista l'enciclica non ha nulla a che vedere con il "sentimento dell'infinito", tipico delle sensibilità realmente religiose; costituisce piuttosto un tentativo di farsi garanti di un controllo teocratico delle masse. Per Jaurès, che cita numerosi dati relativi a prezzi, spese, salari, solo uno stato socialista può realizzare, senza infingimenti, il vero messaggio cristiano di giustizia e uguaglianza, in contrasto con la diffusa strumentalizzazione del cristianesimo stesso, per la liberazione dell'individuo, contro gli abomini del capitalismo e la "tirannia dei partiti". Daniele Rocca

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