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Una questione di tempo non è solo un romanzo storico. È l’ennesima conferma di un autore che è ormai entrato a far parte della ristretta cerchia degli scrittori della letteratura tedesca più amati dai lettori. è un romanzo sui temi eterni – “le aspirazioni e gli ostacoli alla felicità” (Frankfurter Allgemeine Zeitung) – e uno sguardo originale sul periodo del colonialismo (che torna finalmente a essere presente nella letteratura italiana ed europea) e della Prima guerra mondiale in Africa. è anche un piccolo trattato di zoologia africana e un manifesto contro le guerre… Il tutto basato sulla vera storia della nave Götzen.
«Alex Capus è un narratore meraviglioso capace di leggere il mondo» – Süddeutsche Zeitung
«Accecato e in preda al delirio dello sfinimento, Anton Rüter si arrampicò su per la massicciata della ferrovia verso la quale si era incamminato fin dall’alba. Serpenti e sauri strisciavano sibilando tra i ciuffi d’erba dura della savana, alto sopra di lui il sole era rovente, e alle sue spalle si estendevano le montagne e gli altipiani dell’Africa orientale…»
Novembre 1913. La nave Götzen viene varata in pompa magna nei cantieri navali Meyer sul Mare del Nord per essere subito dopo smontata in piccolissimi pezzi e imballata: l’attende un lungo viaggio verso la sponda tedesca del Lago Tanganica nell’Africa orientale. A essere incaricati del trasporto e del suo assemblaggio sono tre operai, guidati dal pragmatico maestro d’ascia Anton Rüter, che sperano di sbrigare velocemente il lavoro per tornarsene a casa con abbastanza soldi da saldare qualche debito e migliorare la propria vita. Tuttavia queste speranze devono ben presto fare i conti con la potenza del paesaggio africano, le temperature inusuali e il violento ingranaggio del colonialismo. Allo stesso tempo, Winston Churchill invia l’eccentrico comandante Geoffrey Spicer Simpson a trasportare due fatiscenti cannoniere, Mimi e Toutou, sulla sponda opposta del lago. Quando la Prima guerra mondiale scoppia – e la notizia giunge in ritardo rispetto agli eventi in Europa – improvvisamente i vicini diventano nemici e i nemici diventano amici. Nessuno vorrebbe farlo, ma tutti devono andare in guerra e i tre operai si ritrovano riluttanti a combattere sotto la guida dello sgradevole tenente di vascello Gustav von Zimmer… Alex Capus è uno scrittore straordinario che ci regala un grande romanzo storico con personaggi indimenticabili, descrizioni, momenti di grande umorismo e pathos, una narrazione rigorosa che affronta i temi eterni dell’essere uomini: felicità, amore, amicizia, speranze e delusioni.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
La storia parte con il trasporto dell'imponete nave Götzen dalla Germania all'Africa orientale sulle sponde del lago Tanganica, poi lo scoppio della prima guerra mondiale e la guerra vista da quel lago, sul quale si contrappongono,Tedeschi, Inglesi e Belgi. Romanzo ben scritto e molto interessante, ho molto apprezzato la presenza di varie cartine della zona, alla fine del libro che rendono bene l'idea di dove si svolgano le vicende.
La trama, che si basa aulla storia vera della nave Gotzen, è una di quelle che ambientazione (Africa Equatoriale) e periodo storico (quello della Grande Guerra) si presenta già di per sé foriera di un interesse che non viene mai meno durante la lettura, grazie anche a uno stile che privilegia a tutto l’atmosfera. Non sto a raccontare di questa nave costruita in Germania, trasportata via mare e via ferrovia nel possedimento tedesco della Tanzania fino al lago Tanganica, bastimento che avrebbe dovuto contrastare in quel grande specchio d’acqua le modeste inbarcazioni belghe. Fra l’altro nella storia le vicende sono due, da un lato appunto la costruzione sul lago della Gotzen, sotto la supervisione del costruttore navale Anton Ruter, che si sentirà sempre un civile anche quando indosserà la divisa, dall’altra quella dell’ufficiale inglese della Royal Navy Geoffrey Spicer Simon inviato su quel lago a contrastare la marina tedesca con due piccole cannoniere, un uomo spaccone, vanaglorioso, pasticcione, quasi un Mr. Bean, che tuttavia finirà con il riscattarsi ampiamente. La vicenda più che appassionare interessa, perché si apprezzano quelle atmosfere che poi in chi le ha veramente vissute daranno luogo al cosiddetto “mal d’Africa”. Peraltro, la tensione, misurata, non manca e pagina dopo pagina si è curiosi di sapere come andrà a finire, anche se, in modo strano e a mio avviso forse inopportunamente, già all’inizio sappiamo che questo Anton Ruter, lacero e affamato, che vaga nella foresta, riesce con la velocità di una belva a impossessarsi della colazione di un reparto inglese. Non aggiungo altro, perché questo quasi inciso iniziale, se evidenzia la sconfitta tedesca, nulla però dice sul destino della nave Gotzen e che verrà svelato, come si conviene, solo nelle ultime pagine. Da leggere, pertanto, per trascorrere qualche ora di piacevole svago.
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