Un gruppo di giovani ha cercato di colmare il proprio "vuoto di memoria" ripercorrendo le strade delle lapidi di un quartiere e di una zona della loro città, capitale della Resistenza, per dare un'identità ai nomi dei caduti cercandola nei limitati documenti e nei pochi testimoni ancora viventi, al fine di ricostruire corpose e significative biografie partigiane. Si è trattato di cercare di comprendere lo spessore della moralità espressa dagli uomini e dalle donne della Resistenza, che oggi risulta essere la risorsa più preziosa per reagire al degrado civile. I giovani coinvolti nel lavoro sono stati segnati in profondità e sono usciti positivamente "sconvolti" da quell'esperienza di ricerca storica sulla memoria collettiva. A settant'anni dai fatti, con oltre l'80% degli italiani nati dopo la "guerra civile", si impone sempre più fortemente il problema di come far rivivere nei giovani la memoria della lotta di Liberazione. Il libro propone un modello di mediazione culturale per trovare una soluzione credibile e praticabile alla questione del futuro della memoria rapportata in particolare alla grande storia della Resistenza.)
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