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Anno edizione: 2005
Anno edizione: 2013
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Classico racconto di formazione che personalmente non ho apprezzato particolarmente. L'autore è abile nella caratterizzazione dei personaggi e nell'aspetto formale, ma non ho trovato questo romanzo molto originale. Lo sconsiglio
Un buon libro. Originale nella trama, ben raccontato, interessante sia nei personaggi che nel racconto. Le parti piu' interessanti rimangono quelle legate alla scrittura e alla riflessione sulla letteratura.
Classico racconto "di formazione" all'americana che ha, aimè, un forte e non gradevolisimo sapore stantio. Già lette (e già viste al cinema) queste storie, peraltro in genere ben scritte, ad ambientazione scolastica (ricordano certi racconti carcerari, forse per la forzata unità di luogo) con il giovane talentuoso protagonista un po' timido/con genitori assenti e poveri/con testosterone a mille/ammesso in una scuola per ricchi grazie a provvidenziale borsa di studio, che cerca di farsi largo giocando sporco. Qui la vicenda può incuriosire nel momento in cui ci si chiede, come lettori, se l'aspirante scrittore in erba che scopiazza un raccontino per vincere un'ora in compagnia di Hemingway sia davvero lo stesso autore Wolff (e in tal caso si tratterebbe di una coraggiosa confessione), o tutto sia frutto della fantaia di un autore ormai affermato che sente di poter ormai scherzare con i suoi lettori.
Recensioni
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"Se questa sembra vagamente la biografia di un autore, non è un caso", scrive Tobias Wolff a un certo punto di questo suo romanzo. Infatti, non è un caso. Questi ricordi di scuola li ha scritti in età matura, a mo' di confessione, a danno della sua stessa immagine di scrittore di successo, verosimilmente per rimuovere la macchia di un disonore che ha segnato la fine dell'innocenza e cambiato la sua vita: il plagio da lui commesso per vincere la gara letteraria indetta dalla sua scuola. La high school del New England che il sedicenne Wolff frequenta come borsista è la classica scuola con i concerti, le gare di atletica e le feste di addio in smocking bianco. A distinguerla dalle altre, vanta la tradizione di concorsi letterari, alle premiazioni dei quali presenziano illustri scrittori. Quando si annuncia la visita di Hemingway, Wolff, che lo adora, decide che deve vincere lui la prova per poter incontrare il grande scrittore. Legge e rilegge i suoi racconti, li riscrive per studiarne la tecnica e lo stile. Ma il tempo passa e alla vigilia della consegna del suo racconto non ha scritto neanche un rigo. Non sa cosa fare, e alla fine decide con placida incoscienza di copiare il racconto di una ragazza apparso cinque anni prima sulla rivista di un collegio femminile. "Ballo estivo" è un buon racconto, Hemingway lo sceglie e lo elogia in maniera un po' scombinata, ma il giorno stesso della premiazione il plagio viene scoperto e Wolff scacciato senza preamboli dalla scuola. Qualche anno dopo si arruola nell'esercito, finirà in Vietnam, ma durante un corso di addestramento nel Maryland fa in modo di incontrare l'autrice del racconto. Susan Friedman è una ragazza vivace e scanzonata, giudica il plagio del suo racconto uno scherzo ben riuscito, nel quale è caduto anche paparino Hemingway, che lei non ama per la sua idea della scrittura come impresa fallica. Ma la solidale simpatia della ragazza non rimargina la ferita di Wolff. Lo guarirà la scrittura. Quell'anno a scuola , cosi affollato di scrittori illustri, può esser letto anche come una cronaca minore della scena letteraria americana degli anni sessanta. Dal libro non trapela nostalgia, ma tra le righe si sente il malinconico addio all'età della spensieratezza, quando ancora i sogni non muoiono all'alba.
Susanna Battisti
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